Un'altra giornata di botta e risposta su fascismo e antifascismo. Il consigliere della Lega Massimiliano Bastoni, ricandidato, in un'intervista al Corriere della Sera dichiara di avere «da sempre rapporti di collaborazione Lealtà e Azione», ha inaugurato la sede elettorale negli stessi locali e non lo sconvolge che sia un gruppo di destra radicale, «è un'impostazione da anni Settanta, sono giovani che hanno voglia di impegnarsi nel sociale e quando vado con loro a consegnare pacchi alimentari non ci chiedono per chi votiamo». Ma l'ultradestra «voterà per noi» rivendica. A chi gli chiede se si definirebbe fascista risponde: «Non la ritengo un'offesa, ma no, nel 2021, non ha senso definirsi fascista». Il sindaco Beppe Sala torna ad attaccare lo sfidante del centrodestra Luca Bernardo su un tema già chiarito: «Conosciamo le attenzioni politiche di Bastoni ma io vorrei sapere come la pensa Bernardo, se accetta che un suo importante esponente solleciti i voti dei fascisti darebbe meglio saperlo, fare il sindaco di Milano vuol dire essere profondamente antifascista e sarebbe utile che smentisse questo atteggiamento profondamente sbagliato». Sta diventando un disco nella campagna per le Comunali, Bernardo premette di essere impegnato «sui problemi veri della città, incontro anziani, persone sole, disabili. Mi sembra di aver già detto ripetutamente che sono antifascista, lo dice la mia storia personale e quella della mia famiglia. Qualcuno purtroppo non ha programmi e si attacca ad altro». Anche il governatore Attilio Fontana, leghista, si definisce «liberale, democratico e antifascista. Poi quello che fanno gli altri...». Linea sposata «totalmente» da Filippo Jarach, che giorni fa ha lasciato Fi per candidarsi nel Municipio 1 con la Lega ed è un esponente della comunità ebraica: «Quando ho scelto di passare nella Lega mi sono interfacciato con la parte della comunità che guarda al centrodestra e tutti hanno decretato che Salvini è amico della comunità, non voglio che passi il messaggio che nel Carroccio ci siano fobie di razzismo, religione o pelle. Bastoni? Ognuno può fare la campagna elettorale che vuole, non è perchè due persone militano nello stesso partito debbano avere sempre le stesse idee, succede anche nei matrimoni».
Bastoni ribatte a Sala: «Non prendo lezioni da chi incontra personaggi con precedenti per istigazione a delinquere, lesioni, rissa appropriazione indebita e lo rivendica pure dopo che il questore ha emesso un daspo», il riferimento al rapper Rondo da Sosa.
E attende che il sindaco faccia rimuovere da piazzale Loreto la maxi affissione per il nuovo album di un altro rapper, BabyGang, «colpito da daspo urbano per aver istigato alla violenza e con svariati precedenti alle spalle, oltre che un foglio di via da Rimini e Lecco. Il titolo dell'album, che campeggia sullo spot in piazzale Loreto, è «Delinquente».
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