Obiettivo (centrato): mettere insieme il diavolo con lacqua santa. Questo il filo rosso dellinedita alleanza tra la Fondazione Maria Teresa Parea Uva, nata nel 2008 con la «mission» di raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie neurovegetative, lInspe, Istituto universitario di neurologia sperimentale del San Raffaele, e il Casinò di Campione dItalia. Risultato: un progetto, chiamato Neureka - primo e finora unico al mondo - per finanziare la ricerca scientifica attraverso il gioco. Come? Semplicissimo. Tutti i clienti del casinò sul lago di Lugano che infileranno monete nelle slot machine contraddistinte dal motto «Aiutare la ricerca porta fortuna», parteciperanno di fatto (ma senza perdere un centesimo sulle eventuali vincite) ad alimentare il fondo attivato dal casinò stesso per finanziare Fondazione Uva e la ricerca scientifica dellInspe. Liniziativa è stata presentata ieri al Boscolo Hotel di corso Matteotti a Milano (gruppo partner di Fondazione Uva attraverso loperazione «1 Euro a notte») dal presidente del sodalizio, Alberto Uva, dallamministratore delegato del Casinò di Campione, Carlo Pagan, e dal professor Giancarlo Comi, primario di Neurologia al San Raffaele. «Lidea di creare la slot machine della ricerca - ha spiegato Uva - mi è venuta in mente qualche mese fa, davanti al caminetto della mia casa in Brianza. Io e il mio socio Bruno Della Negra ci siamo detti che, dovendo andare a reperire soldi per la ricerca dove ci sono, lambiente del gioco poteva fare al caso nostro. Lincontro con Carlo Pagan del Casinò di Campione, uomo che viene dal mondo dellimpresa, ci ha quindi permesso di rendere operativo il nostro progetto che, sulla carta, poteva sembrare quantomeno azzardato».
«In effetti - ha sottolineato Pagan - il gioco muove in Italia qualcosa come 60 miliardi di euro allanno, confermandosi il terzo motore nelleconomia del Paese. E allora mi sembra assolutamente corretto che un settore di queste dimensioni possa e debba prestare attenzione allambito etico e sociale. Si, sono orgoglioso che Campione diventi il primo casinò etico del mondo». Soddisfatto anche Giancarlo Comi dellInspe: «Ben un terzo dei fondi che alimentano lattività dellistituto che rappresento e che conta 100 ricercatori proviene da attività di fundraising nel privato. E quindi ben venga una iniziativa come questa, dimostrazione di coraggio, inventiva e intraprendenza, al di là di tante parole».
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