Una storia di carta stampata: la Lombarda compie 125 anni

Un convegno su origine e vita dell'associazione nata a Milano nel 1890 per tutelare i giornalisti

È giornalismo! Da più di un secolo la carta stampata non significa solo articoli e tirature di giornali, ma riguarda anche deontologia professionale, diritti e doveri, il suo ruolo come servizio sociale. Dopo l'800 del «giornalismo di arrembaggio», il 900 costruisce le regole dell'informazione. Un secolo dopo, il convegno «I 125 anni dell'Associazione Lombarda Giornalisti: dal 1890 protagonista della storia e della cultura dell'informazione» fa il punto sulla situazione attuale e sul futuro professionale. Al Circolo della Stampa oggi alle 9,30 intervengono Giancarlo Tartaglia, direttore della Fnsi, Paolo Perucchini, presidente dell'Alg, Giovanni Negri, consigliere Alg e Marco Volpati, consigliere dell'Ordine nazionale dei giornalisti.Era il 14 luglio 1890 quando sette giornalisti lombardi stesero lo statuto di una struttura rappresentativa della categoria nella regione, formalizzata un mese dopo. «La motivazione era assicurare una forma solidaristica di mutuo soccorso, non come uno strumento di attività politica, ma come unica attività lavorativa con legittima rappresentanza del giornalismo in Lombardia. Il compito era aiutare ogni giornalista nell'adempimento dei suoi doveri e nel conseguimento dei suoi diritti» spiega Giancarlo Tartaglia. Il primo direttivo era rappresentato da Desiderio Archinti de Il Secolo, Achille Bersellini de Il Sole (successivamente ne diventò proprietario e direttore), Giuseppe Bolognesi. Ma anche Dario Papa, inviato de Il Corriere della Sera, Carlo Romussi, il futuro direttore de Il Secolo, Giuseppe Gandolfi, Luigi Bignami, Emilio Zorzi. L'associazione nasceva a tre anni dalla costituzione a Roma dell'Associazione periodica della stampa italiana (Aspi), primo tentativo riuscito di dare al giornalismo italiano una rappresentanza unitaria. Benché l'Aspi rappresentasse statuariamente il giornalismo italiano, era inevitabile che i colleghi milanesi e lombardi, in relazione alla loro accresciuta realtà editoriale, si dessero proprie strutture associative.Per rispondere allo statuto dell'Alg si costituì una Cassa Pia, aperta a giornalisti, editori e amministratori, primo embrione dell'Istituto di previdenza dei giornalisti. Fu la Lombarda a lanciare un congresso nazionale nel 1893. Partirono da Milano i moti di fine secolo contro i governi Di Rudinì e Pelloux che limitavano la libertà di stampa. Fu la Lombarda a prodigarsi per il contratto nazionale di lavoro. L'avvento del fascismo cancellò le libertà civili: invano Ettore Janni e Mario Borsa contrastarono l'intervento del prefetto fascista che sciolse l'Associazione.

Il 25 luglio 1943 con il governo Badoglio, saranno soppresse le organizzazioni sindacali fasciste. Il 26 luglio rinasceva la Fnsi e, nel maggio 1945, con la Liberazione rinacque a Milano l'ALG. Entrò così nella Costituzione Repubblicana la difesa della libertà di stampa.

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