Con la sua versione "Super" il Salone fa ripartire il Paese

Inaugurato ieri alla presenza del presidente Mattarella. Pezzali (Fiera): "Dedico l'evento ai medici dell'ospedale"

Con la sua versione "Super" il Salone fa ripartire il Paese

Alla fine si è arrivati al taglio del nastro. In cinque mesi si è assistito alle dimissioni del presidente del Salone del Mobile Claudio Luti «spinto dalla diversità di visione del settore» contrario all'organizzazione dell'edizione 59, alla decisione finale di organizzarla, alle elezioni all'unanimità di una presidente donna, Maria Porro, la prima nella storia della kermesse, alla complessa nascita del Supersalone sotto al curatela di Stefano Boeri, al taglio del nastro alla presenza della presidente della Repubblica Sergio Mattarella che già ad aprile aveva annunciato la sua presenza. Il Supersalone, che ha aperto i battenti ieri mattina (fino a venerdì) alla fiera di Rho acquista così una valenza simbolica di ripartenza di Milano e dell'intero paese, una dimostrazione di coraggio e di determinazione agli occhi d le mondo intero.

«Se siamo qui a inaugurare la più importante fiera internazionale del design, significa che tutti insieme abbiamo lavorato affinché questo miracolo della ripartenza si realizzasse» le parole di Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. Un settore che pesa il 5 per cento del Pil nazionale, con un valore di produzione di 39 miliardi di euro, di cui 15 destinati all'export e un saldo commerciale attivo di 7,6 miliardi di euro.

Quattro i padiglioni per una superficie espositiva di 68.520 metri quadrati, 425 brand, oltre 1.900 progetti, un public program con più di 40 voci, una rassegna cinematografica in collaborazione con il Milano Design Film Festival, quattro food court ideate da Identità Golose e animate da nove dei più grandi interpreti della cucina italiana e una grande mostra del Compasso d'Oro: i numeri della kermesse. Per il capo dello Stato Sergio Mattarella «questa occasione, che raccoglie coraggio di imprese, creatività, fantasia, cultura, è di straordinario significato in questo momento del paese per il suo rilancio, la sua ripresa». «Un evento atteso per oltre un anno e mezzo, divenuto simbolo di un territorio che riparte con l'ambizione di rilanciare il Paese» per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che si è detto emozionato «dall'idea di ricominciare».

Così ripartono anche gli eventi fieristici sotto le vele di Fuksas dopo circa due anni di stop e una veste diversa sotto cui abbiamo visto la fiera di Milano, ovvero come ospedale Covid e come hub vaccinale. «Siamo entusiasti di riaprire oggi le porte con il Supersalone e alla presenza del Presidente della Repubblica. È un evento che segna, da un lato, il ritorno alla normalità per la città di Milano e per l'Italia e che inaugura il palinsesto delle manifestazioni nazionali e internazionali che saranno oltre 30 da qui a fine anno - ricorda il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali-. Una festa che voglio dedicare a medici, infermieri, tecnici e volontari che in questo difficile anno e mezzo hanno lavorato duramente senza mai fermarsi nell'ospedale in Fiera e nei centri vaccinali che come Fondazione Fiera abbiamo messo al servizio del paese. Oggi è la loro festa, perché sono gli eroi, silenzioso ed operosi, di questa nostra ripartenza».

Per Carlo Bonomi, presidente di Confindustria e di Fiera Milano «negli ultimi mesi l'intero settore degli eventi è stato messo pesantemente a dura prova dalle conseguenze legate all'emergenza sanitaria mondiale, ma ora stiamo provando con grande determinazione a rialzarci. Oggi insieme al Supersalone abbiamo il dovere di sentire ancora più forte la responsabilità di essere una delle maggiori leve di slancio per il settore produttivo italiano».

«Quello di oggi - ha rimarcato il sindaco Beppe Sala - è un appuntamento

all'insegna dell'ottimismo. Una festa dedicata alla laboriosità del nostro popolo: una festa del design, della bellezza e della creatività, che darà ancora più slancio ad una realtà fatta di lavoro, entusiasmo, professionalità».

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