«Parlo spesso con politici leghisti e privatamente non esprimono giudizi lusinghieri su Salvini. Il suo potere nella Lega è ancora forte, ma di fronte a un risultato molto negativo della Lega non mi stupirebbe un ribaltone al vertice del partito». Lo ha dichiarato Beppe Sala in un’intervista ieri a Repubblica. Il sindaco prova ad agitare le acqua nel Carrocio quasi alla vigilia del raduno di Pontida che torna domenica dopo tre anni di stop causa Covid e a una settimana dal voto per le Politiche. Lo stesso giorno il segretario Enrico Letta, nel tentativo disperato di un recupero al nord, organizzato un'anti-Pontida a Monza, chiamando in aiuto i sindaci del centrosinistra sul territorio e - ovviamente - Sala che ha già dichiarato che voterà Pd (solo un anno fa diceva che avrebbe aderito ai Verdi perchè nel partito Democratico «ci sono troppe correnti»). E sa bene che un flop a Milano sarebbe un colpo anche per la sua giunta. «Votate anche per me - l'appello lanciato due settimane fa dal palco della festa dell'Unità -, e il giorno dopo si inizierà a parlare di Regionali», un'altra partita in salita su cui la sinistra potrà mettere una pietra tombale in caso di «cappotto». Rischio molto concreto. Oltre che coi politici leghisti Sala parlerà «privatamente» anche con i consiglieri ed esponenti Pd milanesi che danno quasi per persi i collegi, anche nel centro storico. E temono lo scippo di voti dal Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. «Privatamente» è già iniziata la resa dei conti, la poltrona di Letta traballa molto più di quella di Salvini. «Letta si è detto sicuro e tranquillo di continuare a essere lui il segretario del Pd, però in politica, come nella vita, gli esiti elettorali o gli esiti di quello che fai condizionano il futuro - riconosce Sala -. Nel Pd è una variabile normale, c'è sempre un continuo dibattito su chi deve essere il segretario. Ma eviterei adesso di immaginare che si debba ripartire a discutere il ruolo di Letta». Sala fa un richiamo anche al voto utile. «E oggettivo che nei collegi uninominali la sfida sia a due, e siccome un terzo del nuovo Parlamento sarà costituito da chi vince nei collegi, se non voti per chi può conquistarli, parte del tuo voto rischia di andare disperso». É ribadisce che voterà Pd perchè «un sindaco ha il dovere di guardare alla qualità della classe dirigente e Milano ha bisogno di interlocutori giusti in Parlamento. Un bravo parlamentare, capace di presentare emendamenti, di aggiustare un decreto, è spesso più importante di un premier o di un ministro». Peccato che Letta abbia deciso di non candidare nessun esponente della sua giunta (e l'assessore Pd Pierfrancesco Maran ha protestato) mentre la capolista del terzo polo di Calenda-Renzi è la capogruppo milanese dei Riformisti Giulia Pastorella, che a Milano sostiene Sala. E non a casa risponde a tono: «Parlare di voto utile è offensivo, perchè si implica che chi esercita il proprio diritto democratico fa un'azione inutile. Il terzo polo è in crescita, offre una vera alternativa a coalizioni che non sono omogenee e faranno fatica a governare, un'alternativa riformista. E Sala sicuramente sa quanto bene han fatto a Milano, la sua città, le forze riformiste». Un cortocircuito. La campagna elettorale rischia di lasciare strascichi e divisioni in aula, e subito dopo scatterà la campagna per le Regionali dove - ancora - Pd e Terzo Polo potrebbero prendere strade diverse. «É troppo presto per dirlo se saremo alleati col Pd, , bisogna vedere i risultati delle elezioni e quale sarà la configurazione dopo» ha detto ieri Caldenda.
La tensione è già alta. Giorni fa consiglieri comunali Pd e della Lista Sala - alleati in Comune con Azione, appunto - hanno insultato Calenda che in un post aveva criticato il Reddito di cittadinanza: «É immorale, miserabile» il mood dei commenti. Ieri l'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino ha criticato un video-appello di Pastorella sui social: «Mettere sullo stesso piano Bersani Letta Bossi Meloni è quantomeno deludente».
La replica: «Fingere che non esistiamo per strategia politica, dare a Calenda del pazzo, insultarci dando dandoci dei "miserabili", "immorali", "miseria umana" come hanno fatto esponenti della maggioranza qui a Milano invece è fair?». Non stupisce che Sala preferisca parlare della Lega per coprire i guai in casa.
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