À la guerre comme à la guerre. Dopo i fatti tragici di Barcellona, articolisti di fama e commentatori esperti sostengono che nei prossimi anni in Europa il terrorismo continuerà a colpire. Che il rischio attentati non farà che crescere quando lo Stato Islamico verrà definitivamente cancellato dalla mappa del Medio Oriente e infine, che il peggio arriverà quando, dopo la sconfitta dei foreign fighter europei, i loro familiari, i bambini indottrinati dall'Isis all'odio e alla violenza barbara, torneranno nelle loro patrie di origine, tra cui anche l'Italia. È per questo che Milano - dove il livello di attenzione, come ha assicurato il prefetto Luciana Lamorgese, «è già massimo» (ma qualcosa potrebbe sempre sfuggire) - si organizza, si adegua e si mette, come può, sul piede di guerra. Ecco quindi la decisione, presa qualche giorno fa, di posizionare nuove barriere di cemento (i ben noti new jersey) nei punti cruciali della città - i più frequentati dalla gente, i più strategici per un nemico tanto insidioso -. Ieri poi durante un tavolo tecnico delle forze dell'ordine tenutosi in mattinata in questura, si sono decise le modalità con le quali verranno posizionate queste protezioni. E sono iniziati in sopralluoghi da parte delle forze dell'ordine e del Nucleo intervento rapido del Comune, voluto fortemente dall'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza.
Alle 16.30 si è cominciato quindi con la Darsena. Domani sarà la volta di corso Como, di corso Garibaldi e di piazza XXV aprile, quindi giovedì toccherà alle Colonne di San Lorenzo e a via Montenapoleone (dove i new jersey faranno sicuramente molto discutere, ndr) per terminare venerdì con il sopralluogo a piazza XXIV maggio e ai Navigli.
«Sono ancora da discutere i sistemi da adottare per proteggere adeguatamente corso Vercelli e corso Buenos Aires - spiega Rozza- . Quindi stiamo valutando nelle aree interessate i parcheggi a bordo marciapiede: se qualcuno volesse scappare le auto glielo impedirebbero. Milano è fortunata da questo punto di vista, perché le strade della movida sono pressoché tutte strette e con le auto parcheggiate ai lati: sarebbe molto difficile per chiunque lanciarsi con un grosso furgone a tutta velocità, com'è accaduto a Barcellona dove la gente cammina in mezzo alle Ramblas, un'area tutta pedonale e dove i marciapiedi non esistono. Inoltre, sempre l'ipotetico attentatore, non potrebbe mai, proprio a causa delle vetture, falciare con il suo mezzo chi cammina su un marciapiede proprio perché affiancato da macchine che costituiscono quindi un utile ostacolo».
«In questa chiave sto rivalutando i parcheggi a bordo marciapiede in piazza XXIV maggio - prosegue Rozza -. Qualcuno ribatterà che invece in Buenos Aires la carreggiata è larga, i marciapiedi sono larghi e in più punti non si parcheggia. Ma in molti altri sì».
«Insieme alla polizia locale stiamo rivalutando tutta la città a 360 gradi - conclude l'assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino - per renderci conto di quali sono davvero le zone critiche e assicurare sempre maggiore sicurezza ai
cittadini e a tutti coloro che per qualunque ragione si trovino a Milano in zone affollate . Come è accaduto per Ramblas, l'alta frequentazione di queste zone potrebbe costituire per eventuali terroristi, l'obiettivo ideale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.