Marta Bravi Tessuto imprenditoriale vivace, vasta rete di protezione sociale e forte attrattività verso l' esterno. Milano sta vivendo un boom socioeconomico all' insegna della crescita armonica. Non solo, la città dell' Expo e delle olimpiadi invernali, è uscita dal panorama italiano, riuscendo a reggere la competizione con le altre metropoli mondiali. È quanto emerge dall' Indice Domus ISPI «Urban energy - five dimensions to grasp the future of cities», indagine sull'energia urbana realizzato in esclusiva per Domus dall'Istituto per gli studi di politica internazionale, i cui risultati sono stati presentati ieri mattina a Domusforum 2019. Una ricerca che nasce dalle domande: «Di quale energia hanno bisogno le città del futuro? E come si può misurare?» che ha portato alla costruzione di un indice che offre un nuovo modello dinamico di valutazione delle città globali. Partendo dai dati raccolti dall'agenzia dell'ONU per l'urbanizzazione sostenibile (CPI), il nuovo strumento d'analisi va oltre il Pil, prediligendo un approccio dinamico che misura le diverse «energie» che animano una città: economica, cinetica, sociale, attrattiva e ambientale.
Dieci le global city oggetto dell'analisi: Chicago, Londra, Milano, San Paolo, Shanghai, Buenos Aires, Johannesburg, Lagos, Singapore e Toronto. Secondo la classifica generale stilata in base al City Prosperity Initiative ovvero l'indice che misura produttività, sviluppo infrastrutturale, istituzioni e regime amministrativo, qualità della vita, equità e inclusione sociale, sostenibilità ambientale Milano si piazza al secondo posto dopo Toronto e davanti a Londra. Punti forti sono l'economia ma anche le disuguaglianze sociali contenute, la copertura sanitaria e l'aspettativa di vita più alta rispetto alle altre città analizzate. Ma la metropoli si distingue anche per un alto tasso di «energia cinetica» dettata in primis dal traffico aeroportuale. Il numero di passeggeri transitati per gli scali di Milano e Bergamo ha superato di 30 volte quello degli abitanti del capoluogo (40 milioni versus 1,4 milioni) e la percentuale delle abitazioni con accesso a internet. Manca, cosa piuttosto sorprendente, il dato sul tasso di utilizzo del trasporto pubblico.
Tallone d'Achille continuano a essere la qualità dell'aria misurata in concentrazione di Pm10 e in emissioni di Co2, che pongono Milano tra le ultime in classifica con Shanghai e Johannesburg e, in misura minore, la scarsa occupazione femminile.
Milano continua ad avere la maglia nera per l'inquinamento, però «Il sindaco Sala è attentissimo a questo tema e sta facendo un lavoro che si situa come interfaccia delle altre città - commenta Walter Mariotti, direttore editoriale di Domus - il tema è quello di colmare questo dislivello tra una città italiana che sta provando a ragionare come le città straniere. Bisogna leggere così il dato di Milano». Altro punto debole le periferie: «Il rammendo delle periferie, per dirla con le parole di Renzo Piano, è sicuramente all'ordine del giorno. Come colmare le distanze? È un tema aperto, però guardando quello che c'è - continua Mariotti - anche da questo punto di vista l'atteggiamento dell'amministrazione è positivo e si ispira a parametri internazionali».
Vandana Shiva e Adam Greenfield hanno parlato di decrescita e di «non consumo» di territorio. Viene in mente il progetto per il nuovo San Siro, quartiere a vocazione verde che rischia di venire deturpato. «Non c'è dubbio, la sfida del futuro è polimorfa e su vari livelli, noi abbiamo provato a mettere insieme cultura, economia, esempi esteri, il consumismo e un'interpretazione del capitalismo diversa e più rispettosa. La vera sfida è come tenere insieme i due poli». Ma non basta costruire grattacieli per parlare di «non consumo» del territorio...
l«'urbanistica e la finanza più illuminata stanno lavorando su questo - spiega Mariotti - io introdurrei anche il concetto di Umanesimo, il rimettere al centro l'uomo nel senso di mettersi al centro dei processi che lo stanno spossessando».
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