Troppa folla, rischio alto: ore 15, chiudono i Navigli

Domenica divisa tra ingressi scaglionati e stop di 45 minuti. Transenne da piazza XXIV Maggio

Troppa folla, rischio alto: ore 15, chiudono i Navigli

Perseverare nello scaglionare gli ingressi, come si era cominciato a fare in mattinata per ordine del questore Giuseppe Petronzi, sarebbe stato come continuare a guardare la pagliuzza e non vedere la trave. Con la magnifica giornata di sole di ieri, domenica e giorno prima del nuovo ritorno della Lombardia in arancione fino a data da destinarsi, il clima psicologico era quella da «ultima sigaretta» prima dell'esecuzione. E il sovraffollamento sui Navigli e lungo la Darsena non era un'eventualità bensì un punto di partenza imprescindibile. Così poco dopo le 15 la questura - che ieri nell'area si occupava dei controlli sulle distanze e del rispetto nell'utilizzo dei presidi sanitari, quindi anche di possibili problemi di ordine pubblico - vista la piega che stava prendendo l'intera questione, ha deciso di chiudere l'accesso alla Darsena da piazza XXIV maggio. L'ingresso è stato presidiato dai poliziotti e dalla Locale che, per circa tre quarti d'ora, non hanno fatto transitare persone se non da XXIV maggio fino a piazzale Cantore e non oltre, piazzando delle transenne come sbarramento.

Il maxi assembramento di sabato sera alla Darsena con rissa finale, infatti, sarà pure stato «senza feriti» e «senza danni» come ci hanno tenuto a far sapere le forze dell'ordine, ma perché rischiare allora che potesse succedere ieri?

«Non vede che ci sono giovani seduti a cavalcioni in riva al Naviglio? Cadere in acqua da queste parti è un attimo» fa notare con sguardo severo e un tono della voce che non ammette repliche un agente della questura in divisa a una signora sbracciata e con un palloncino in mano come se la prossima destinazione fosse Rimini ad agosto e che quindi, non potendo andare «in mezzo a tutti gli altri» l'ultimo giorno di febbraio si ostina a lamentarsi per la violazione dei propri «diritti umani». E perciò non ci sta proprio che i Navigli vengano riaperti «solo quando la folla sarà defluita» come le spiega paziente il poliziotto. Una folla che, di fatto, si riversa nelle vie accanto e quindi sui Navigli.

Fino a poco prima infatti la questura aveva contingentato gli ingressi alla Darsena (com'era accaduto in Galleria prima di Natale) impedendo categoricamente l'accesso solo a chi brandiva radioline o casse di bottiglie e disponendo una serie di servizi, oltre che con i blindati, anche a piedi.

I carabinieri invece si erano divisi in due tranche corso Vittorio Emanuele - da piazza San Babila a via San Paolo e da lì fino in Duomo - quindi hanno presidiato e controllato la folla in corso Garibaldi, via Pontaccio, largo La Foppa e da piazza XXV aprile fino a tutta corso Como e a piazza Gae Aulenti; lo stesso hanno fatto la polizia e i vigili tra piazza Mercanti, piazza Cordusio e via Dante fino al Castello.

Tutto come da ordinanza prefettizia scaturita da quanto già deciso in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza. «Misure di ordine pubblico calibrate e molto più gestibili a seconda del momento» ha fatto sapere la questura. Come appunto quella presa alle 15 di chiudere l'ingresso ai Navigli.

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