Sconfiggere la «cattiva abitudine» di seguire le lezioni dal divano di casa, favorire l'interazione e lo scambio proficuo tra professori e studenti e tra soli studenti. Questi gli obiettivi che hanno portato gli atenei lombardi a decidere di abbandonare la modalità di lezione on line, per costruirle interamente in presenza. Il nuovo anno accademico 2022/2023 vede la ripresa di tutte le attività didattiche in aula.
«Aule, laboratori e biblioteche sono accessibili liberamente anche se, seguendo le ultime indicazioni del Ministero della Salute e del Ministro della Pubblica Amministrazione, l'Ateneo raccomanda di mantenere sempre alti i livelli di attenzione e prudenza con l'uso di dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie, igienizzazione delle mani, ricambio di aria nei luoghi chiusi» è quanto si legge sul sito dell'Università Statale che ha deciso di eliminare le modalità streaming per le lezioni.
«Le lezioni e le attività di laboratorio si tengono in presenza - spiegano da via Festa del Perdono - per favorire la didattica partecipativa, l'interazione tra docenti e studenti e le relazioni tra pari. Attività a distanza e registrazioni di lezioni e seminari diventano con il nuovo anno accademico solo strumenti di supporto alla didattica frontale e al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento».
Stesso discorso per gli esami del corso di laurea e la discussione della tesi che tornano in presenza: «Gli esami di profitto e di laurea si svolgono in presenza con afflusso alle aule gestito e monitorato per evitare sovraffollamenti».
Così sarà, con il ritorno in aula per migliaia di studenti a Milano non solo per l'Università degli studi ma per tutti gli atenei lombardi. Ad annunciarlo Elio Franzini, che è rettore della Statale di Milano e presidente del Comitato di coordinamento regionale delle università: «Il sistema lombardo - ha spiegato - ha scelto la presenza piena. A settembre abbandoneremo lo streaming». Certo, ha aggiunto, gli atenei sono «pronti in caso di focolai e senza buttare quanto imparato in questi anni. Ma sull'addio allo streaming siamo tutti concordi». Secondo Franzini, «c'è chi si era abituato e di fatto non frequentava più.
Crediamo invece sia il momento di tornare, per questo tutti abbiamo ritenuto ragionevole l'abolizione dello streaming».Resteranno però in alcuni casi le registrazioni delle lezioni «in maniera occasionale e transitoria», e si continuerà a «sperimentare» per gli studenti lavoratori. nell'interesse di tutti.
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