Vado a vivere in campagna (anche solo per il weekend)

Cresce il numero dei lombardi che vogliono rifugiarsi nella natura La Lombardia a sorpresa tra le regioni che offrono più attrattive

Torno a vivere in campagna. Anche per poche ore. Si può fare. Dopo aver riscoperto il piacere di farsi l'orto sul balcone o sul terrazzo, i più audaci persino sul tetto, ora i milanesi scelgono la cascina fuoriporta da frequentare sempre più spesso. Dove c'è chi fa per loro ma anche è pronto ad accoglierli aprendo la porta ad un mondo: insegnare l'arte dell'orto e della cura degli animali, aprire la cucina del buon cibo e la scelta del buon vino. Ed ecco il boom delle fattorie didattiche. A misura di famiglia. Dove ce n'è per tutte le età e gusti. Coccole e spa comprese.

Il milanese, insomma, scappa sempre di più nel weekend, anche quello corto o cortissimo. Per evadere e per uscire dalla routine cittadina. Bastano poche ore. E in 50/60 chilometri trova la pace e lo svago. A poco prezzo.

Se ha una meta più lunga durante le vacanze sempre più risicate sceglie l'agriturismo, e lo fa come gran parte degli italiani, anche per una questione di convenienza: dal 2001 ad oggi le strutture raggruppate dalle associazioni sotto la voce agriturismo sono passate da 13 a 21mila (dato di fine 2013). C'è un turista tipico che sceglie un agriturismo rispetto ad un hotel perché offre anche un ambiente piacevole e familiare. E si inventa eventi e cose. Costa anche meno.

Ma non solo. Oggi, la scelta dell'agriturismo è anche un desiderio (moda?) per sentirsi più green. Uno sfizio che si può soddisfare anche con una toccata e fuga. Ecco il target del turista tipo di un agriturismo: ha dai 30 ai 50 anni, abita nel centro-nord, è laureato e svolge un lavoro impiegatizio. L'83% degli agrituristi che arrivano in Italia viene dall'Europa, il 12% dalle Americhe e il 5% dall'Asia. Risparmia in media 54 euro al giorno rispetto ai 67 euro richiesti dalle altre strutture ricettive (fonte Agriturismo.it, il primo sito per la vacanza in agriturismo).

È a tutti gli effetti un turista che contribuisce in modo importante ad un business che vale oggi 1 miliardo e 168 milioni di euro fatturati dagli agriturismi italiani. È uno dei 3 milioni e 400 mila turisti che scelgono l'agriturismo in vacanza. Sono soprattutto coppie (41%) ma anche e sempre di più famiglie (36%) e tutti cercano una vacanza “golosa” dove poter acquistare anche prodotti i tipici come olio, vino e dolci. Gli agrituristi che dichiarano di andarci nei prossimi dodici mesi sono 4 milioni e 800 mila e la regione leader rimane la Toscana con il 58%, seguita dall'Umbria (34%), le Marche (19%) e l'Emilia Romagna (17%).

In questo quadro regionale sorprendentemente la Lombardia e l'hinterland milanese sta crescendo gradualmente non solo come «provenienza di turisti tipici» ma anche come offerta del prodotto. Perché con un viaggio corto, anzi cortissimo, si può evadere facilmente da Milano. Gita fuoriporta. Va bene anche un weekend, persino una mezza giornata, magari la domenica pomeriggio. Cosa che fa tornare i conti dei gestori «che devono fare funzionare i loro luoghi d'ospitalità 365 giorni all'anno, non solo nei periodi di maggiore richiesta turistica», come spiega l'esperto Stefano Lamberti, l'organizzatore di Agriturismoinfiera, la fiera dedicata agli agriturismi, terza edizione, che si tiene fino a stasera a Novegro.

Stefano Lamberti, vive a Monza «suo malgrado» e difende Milano per le occasioni lavorative che offre ma ha un cuore molto contadino, attratto dai frutti della terra, dal piacere di vivere nella natura. È uno di quelli che cercano la fattoria fuoriporta.

Dice: «Uscivo da una fiera simile a quella che poi ho portato a Milano, quando mi muovevo fra Arezzo e Perugia, e pensai che questa fiera toscana per gli agriturismi in cui ero incappato era da organizzare nel capoluogo lombardo. Perché tutti hanno ormai bisogno di staccare la spina dalle grandi città che soffocano e intristiscono».

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