«Le dico la verità... Sto infrangendo la legge però vabbé, male che vada cosa vuoi che mi fanno... Mi potranno condannare per che cosa? Per aver fatto del bene alle persone?». È sulla buona strada Tiziano Boselli, ex comandante dei vigili di Pieve Emanuele. Perché ancora non l'hanno condannato, ma arrestato sì. E con le accuse di truffa, falso e frode informatica perché si intascava i soldi delle multe, facendosele pagare in misura ridotta e in contanti dagli automobilisti. Era lui al telefono il 17 dicembre 2012, intercettato dalla Gdf. Alla persona che aveva di fronte - un automobilista multato - spiegava: «Lei pensi se gliela mandiamo a ruolo... Noi abbiamo fatto queste comunicazioni per evitare le persone di andare a finire in mano a Equitalia... altrimenti... loro non vi possono fare questo tipo di operazione. Se le capita parli bene dei vigili di Pieve». E qualcuno ha parlato, ma con i magistrati.
Boselli, infatti, ha ricevuto l'ordine di cattura firmato dal gip Roberto Arnaldi (altre13 perosne sono indagate a piede libero), che ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari e non il carcere come chiesto dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pubblico ministero Antonio D'Alessio. S'era dato un gran daffare, Boselli. Solo nei quattro mesi durante i quali è stato intercettato, infatti, si sarebbe intascato 10mila euro per cancellare svariate contravvenzioni. Ma non è questo l'unico fatto contestato dalla Procura. Sempre in cambio di soldi da parte degli automobilisti multati, avrebbe anche evitato le decurtazioni di punti alle loro patenti, facendole addebitare su patenti false.
E se l'ex comandante intascava, il Comune perdeva. Secondo una stima delle fiamme gialle, ammonterebbe a 26mila euro il mancato introito per le casse delll'amministrazione di Pieve. Boselli, per i pm, si arricchiva in tre modi. Primo, intascando i soldi delle multe offrendo uno sconto agli automobilisti in cambio di un pagamento in contanti a fronte di una falsa ricevuta.
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