In viaggio nell'Iseo bresciano tra casoncelli e tinca ripiena

Il pesce d'acqua dolce è la specialità locale con luccio e trota. Che entrano anche nei primi e nelle insalate

Roberto Perrone

Una settimana fa il Viaggiatore Goloso ci ha accompagnati lungo la sponda bergamasca del lago d'Iseo. Oggi invece, ancora con i consigli di Franz Achilli, amico gurmettaro, risaliamo quella bresciana, la sponda Est. Ci attendono scoperte e sorprese, riserve naturali e passeggiate, arte e cucina di lago per tutti i gusti. Partiamo da Paratico dove la vecchia stazione ferroviaria, in funzione fino al 1966 per i passeggeri è diventata Bohem: fioraio, caffè pasticceria e bistrot. Alberto Marini con le sorelle e la moglie Ulrika l'hanno trasformata dal 2016. Tra vasi di fiori e bonbon, il nostro percorso comincia nel modo più rilassato. Un luogo delizioso. Agli inglesi di Monocle è piaciuto molto e l'hanno inserito tra le 50 migliori destinazioni al mondo.

Clusane di Iseo è conosciuto come «il paese della tinca al forno». El Muliner era nonno Giovanni, così chiamato perché trasportava farine. Parte di queste le usava per impanare e friggere aole e piccoli pesci di lago per i pescatori che si riposavano. Ebbe successo e nel 1963 prese la licenza per la trattoria. La tradizione continua in famiglia, con il piatto più celebre e tutti gli altri: insalata di luccio all'olio di Marone e prezzemolo, i taglierini caserecci ai gamberi d'acqua dolce. Non manca la carne. Poco distante, l'Antica Trattoria del Gallo propone la tinca ripiena al forno con la polenta, ovviamente. Aperta nel 1905, in un palazzo del Settecento, da quasi quarant'anni è gestita dalla famiglia Vitali. Da non perdere il ricco antipasto misto di lago (pesciolino fritto, pesciolino carpionato, trota affumicata, sardina essiccata con polenta abbrustolita, insalatina di luccio con verdurine, lumache con pancetta affumicata) e i casoncelli caserecci alla Camuna.

Un bel rifornimento di calorie per la visita alla Riserva naturale Torbiere del Sebino, 360 ettari tra la Franciacorta e il lago d'Iseo. Il territorio è formato in larga parte da canneti e specchi d'acqua circondati da campi coltivati. La parte a diretto contatto con il lago è indicata come Lametta e non è visitabile; quella interna, Lama, è formata da grandi vasche, divise da sottili argini di terra, ottenute quando veniva scavata la torba, attività cessata negli anni Cinquanta. Da allora la natura ha ripreso il controllo dell'acqua. Su un rialzo roccioso che domina le Torbiere, San Pietro in Lamosa è la più antica e ancora riconoscibile delle fondazioni cluniacensi del Sebino. Furono Teobaldo e Oprando de Tocingo, nobili lombardi, a donare nel 1083 al monastero di Cluny la chiesa di San Pietro di Provaglio. La chiesa era in costruzione. I monaci se ne andarono nel 1476.

Risalendo il lago facciamo una sosta a scopo merenda alla pasticceria Arte del Dolce di Sulzano. Qui si può provare il Bossolà, con l'olio extravergine d'oliva del Sebino (tipico dolce natalizio bresciano) e la torta Medievale da una ricetta del Trecento che arriva adesso, in aprile per San Giorgio. Più su a Vello di Marone due altri celebri approdi per la cucina del lago. Ai Frati il pesce d'acqua dolce viene proposto in modo più creativo: sarda in saor con uvetta, pinoli e polenta, spaghettoni con sarde essiccate di Monte Isola, limone e melograno, persico alla mugnaia con carciofi croccanti. La Trattoria Glisenti ha aperto nel 1890 e quando passava di qui la strada vecchia che collegava Brescia alla Val Camonica e al Trentino, «Lo stallo» così veniva chiamata la trattoria, ebbe successo come ristoro e locanda. Ora, si giunge a bordo lago a provare i piatti studiati per offrire una moderna leggerezza: crudité di lago, casoncelli di trota, filetti dorati di pesce persico.

Per essere ancora più leggeri, parcheggiamo al cimitero di Vello (la chiesetta quattrocentesca merita una visita) e ci incamminiamo lungo il percorso ciclo-pedonale per Toline. Cinque chilometri, pianeggiante, scorre a un livello inferiore rispetto alla strada costiera. Situato a filo d'acqua termina al piccolo promontorio della Punta delle Croci bresciane. Panorama indimenticabile. Dall'altra ci appare l'orrido rupestre del «Bögn di Castro».

Il meritato riposo ci attende a Pisogne, nella quiete dell'agriturismo El Dos del Bec, con i prodotti dell'azienda agricola sulla tavola: un tagliere di salumi, formaggi e giardiniera davanti allo spettacolo dell'Iseo e siamo già pronti per ripartire.

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