Il viaggio del tenore Sartori nel belcanto da salotto

Stasera il cantante propone la "vocalità italiana" (da Bellini a Tosti). Al piano Bachtouridze

Il viaggio del tenore Sartori nel belcanto da salotto

No, non solo opera. Per gli appassionati di vocalità, il Teatro alla Scala offre (sempre) occasioni di interesse. Oggi, per esempio, nell'ambito del cartellone dedicato ai recital di canto è il turno del repertorio italiano - soprattutto dell'Ottocento - che verrà proposto dal tenore italiano Fabio Sartori accompagnato dal pianista Mzia Bachtouridze. L'appuntamento è a partire dalle ore 20 al Piermarini. Un'occhiata al programma.

In scaletta ci sono nomi di varie grandezze come Tommaso Giordani (verrà eseguito «Caro mio ben»), Vincenzo Bellini (diversi brani tra cui «Malinconia, ninfa gentile»), Stefano Donaudy (ad esempio «O del mio amato ben»); di Francesco Paolo Tosti («'A vucchella»), Luigi Denza («Occhi di fata»), Pietro Mascagni («Serenata») e Stanislao Gastaldon («Musica proibita»), senza contare altri di differenti periodi come Antonio Caldara («Sebben crudele») secolo Settecento. Due note sulla voce del protagonista, che si cimenterà in un recital alla memoria del cantante Bonaldo Giaiotti, uno dei più grandi bassi del secolo scorso, scomparso a metà giugno dell'anno scorso.

Sartori, trevigiano, dopo la sua partenza negli anni Novanta il suo è stato un crescendo. Diversi i ruoli di primo piano ricoperti nelle più diverse opere. Ecco tra le voci di un verdiano «Macbeth» diretto da Riccardo Muti, protagonista nel «Simon Boccanegra» sotto la bacchetta di Claudio Abbado, fino ai prossimi impegni già messi in agenda, i «Pagliacci» a Vienna, «Turandot» a Monaco di Baviera, infine un «Otello» in quel di Firenze.

Il virtuoso stasera sarà alla prese con diciassette brani, qualche esempio. Massima attenzione nell'ascolto per «Caro mio ben» che, nonostante l'attribuzione qui data, sin dalle prime note fa pensare all'operista Haendel («Lascia che'io pianga?»). Ed ecco, poi, linee melodiche belliniane che l'autore scrisse per «consolarsi» da qualche inciampo dovuto alla sua «Zaira», accolta sulle prime in maniera «fredda». Notare la quieta bellezza di «Vaga luna che inargenti».

Attenzione al «O del mio amato ben» di Donaudy. Non poteva mancare un «omaggio a Tosti, conosciuto per essere stato l'autore di celebri romanze da salotto o da camera.

Finale con Gastaldon, diventato famoso per la romanza che verrà eseguita; scritta per voce femminile, spesso viene anche eseguita da tenori e baritoni, e la scelta di Sartori ne è l'ennesima riprova. Buona musica, buon ascolto.

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