Le mini-rane minacciate dalle credenze popolari E salvate da ex cacciatrici

Anfibi uccisi per le presunte proprietà curative Venti donne le proteggono dal rischio estinzione

Le mini-rane minacciate dalle credenze popolari E salvate da ex cacciatrici

Un'antica leggenda, in Perù, racconta che bevendo un succo a base di rana si diventa più desiderabili. E più fortunati nella ricerca dell'anima gemella. Ma non finisce qui, perché questo tonico afrodisiaco sarebbe anche in grado di curare diverse malattie fra le quali asma e osteoporosi. E così ogni anno migliaia di Telmatobius culeus, particolarissimi e ormai rarissimi - anfibi che vivono sulle sponde e nelle profondità del lago Titicaca finiscono in un bicchiere. Alimentando un detto popolare che non ha alcun riscontro scientifico.

Le piccole rane, conosciute per la loro pelle aggrinzita, sono considerate a rischio estinzione. E per questo recentemente sono finite nella lista di quelle gravemente minacciate, stilata dall'Iucn. Il motivo è chiaro: secondo i dati resi noti dal Forest and wildlife national service peruviano, nel famoso lago ce ne sarebbero attualmente solo circa 50mila. Troppo poche per garantire la sopravvivenza della specie nel lungo periodo. Anche perché non è solo la caccia a minacciarle. Ogni anno miglia di esemplari vengono trovati senza vita sulle rive del lago, e questa volta a causa dell'inquinamento che ne soffoca i fondali, trasformando le sponde in discariche a cielo aperto. «Gli anfibi sono una spugna e assorbono tutto ciò che entra nell'acqua» spiega Tom Weaver, assistente curatore della sezione rettili al Denver Zoo, il primo ente dell'emisfero settentrionale che è riuscito a far riprodurre con successo questi animali. Ma qualcosa adesso potrebbe cambiare perché, per la prima volta, le popolazioni locali hanno dichiarato guerra a questa strage silenziosa.

Il merito è di venti donne, alcune delle quali ex cacciatori, che hanno scelto di sensibilizzare turisti e cittadini del posto a colpi di marketing e merchandising. Le paladine delle rane del Titicaca si riuniscono una volta al mese per cucire rane di pezza, cappelli decorati con occhi e orecchie penzolanti e burattini-rana per le dita fatti di filo. E poi espongono questi oggetti sulle rive del lago e, una volta venduti, raccontano ai visitatori la storia di queste rane e il grave pericolo che le minaccia. Tutto è nato nel 2015, quando un biologo del Denver Zoo ha fatto visita a queste donne spiegando loro il ciclo vitale delle rane e gli strumenti concreti per proteggerle. Da allora i piccoli anfibi sono entrati nel cuore di queste persone, che hanno deciso di impegnarsi attivamente per la loro salvaguardia. La vendita di questi oggetti artigianali non genera grandi profitti - i cappelli vengono venduti a circa otto dollari, i burattini a 30 centesimi eppure la loro realizzazione e commercializzazione sta contribuendo a diffondere una maggiore cultura nel campo della sostenibilità. «Queste donne vogliono tutelare la rana e al contempo proteggere l'ambiente. Sono preoccupate per questa specie a rischio di estinzione, che è anche l'attrazione del lago Titicaca», spiegano i responsabili del Denver Zoo.

Attualmente non esiste un censimento ufficiale di questi anfibi. Ma la loro progressiva scomparsa è sotto gli occhi delle autorità peruviane. Che hanno cominciato a prendere provvedimenti: dalla fine del 2018 oltre 4mila esemplari sono stati già sequestrati dai bus pubblici che viaggiano dal Perù meridionale verso Lima, la capitale. Da settembre 2018 in poi ne sono state sequestrate altre centinaia, sia vive sia morte, dai mercati peruviani. Da parte loro, I politici boliviani e peruviani stanno collaborando per elaborare misure di protezione per il lago, una fonte d'acqua importante per entrambi i Paesi.

Nel 2016 hanno firmato un accordo impegnandosi a investire 500 milioni di dollari nella pulizia delle acque. Inoltre quest'anno il governo di Lima ha deciso di mettere un'illustrazione della rana su una delle monete peruviane proprio per farla conoscere meglio.

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