Ministeri al Nord, è scontro tra Cei e Lega Alemanno e la Polverini: "Adesso si voti"

Polemica sulla proposta del Carroccio. Alemanno e Polverini firmano una petizione per dire no allo spostamento. La Russa: "È sbagliato agitarsi se ancora non piove". Cicchitto: "Sbagliato drammatizzare". E la Cei attacca la Lega: "Sarebbe un gesto di gravissimo disprezzo verso il Sud"

Ministeri al Nord, è scontro tra Cei e Lega 
Alemanno e la Polverini: "Adesso si voti"

Roma - La proposta di spostamento di alcuni ministeri al Nord, formulata a gran voce dagli esponenti del Carroccio, ha messo il Pdl in subbuglio. Soprattutto a Roma. Infatti sia il sindaco Alemanno sia la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini battono i pugni sul tavolo e osteggiano le idee leghiste. Entrambi hanno aperto con le loro firme la petizione popolare per dire no allo spostamento dei ministeri al Nord. Con loro al gazebo allestito in piazza del Pantheon a Roma anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, è arrivato per firmare il testo. Un testo della mozione che impegna il Parlamento "ad adottare ogni iniziativa, anche di carattere legislativo, affinché vengano confermate le funzioni di Roma Capitale quale centro dell’azione di governo e sede delle istituzioni ad esso correlate anche quale segno tangibile dell’unità nazionale". Inoltre, Alemanno ha annunciato che "domani ci sarà anche un ordine del giorno del Pdl contro lo spostamento dei ministeri al nord".

Il Pdl cerca l'intesa Si lavora per una boTrattative sono in corso all’interno del Pdl sul documento che il partito potrebbe presentare alla Camera per impegnare il governo a mantenere i ministeri a Roma. Il documento non è ancora stato presentato e i termini scadono domani mattina alle 9,30. A pranzo, prima che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, scendessero in piazza per firmare una petizione e chiedere che i ministeri restino a Roma, c’è stato un incontro tra Alemanno, il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e il vice capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri. La bozza di testo iniziale, a firma di alcuni parlamentari romani del Pdl prevedeva l’impegno dell’esecutivo "a ribadire che gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale, e quindi il Governo con le sedi dei relativi ministeri, abbiano sede esclusiva a Roma, capitale della Repubblica".

Ipotesi di concessione aperture al Carroccio Il governo, sempre secondo la prima bozza del documento, si sarebbe dovuto impegnare inoltre "ad adottare tutte le iniziative volte a garantire la centralità di Roma in quanto capitale dello Stato e sede naturale della rappresentanza politica e degli organi di Governo della nazione e ad evitare inutili duplicazioni di strutture burocratiche in ambito locale, valutando in via meramente residuale la delocalizzazione di particolari strutture amministrative solo quando motivate esigenze operative e funzionali lo rendano utile e necessario, senza che ciò rechi ulteriori oneri alla finanza pubblica o ponga minimamente in discussione l’architettura del nostro sistema costituzionale".  Si starebbe lavorando a una formula di mediazione più morbida, che potrebbe essere presentata proprio da Cicchitto. Il testo ribadirebbe l’impegno a mantenere a Roma i ministeri, pur concedendo delle aperture al Carroccio sulla possibilità di creare uffici di rappresentanza sul territorio. È probabile che la questione sarà sul tavolo del summit di questa sera a palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi e i vertici del Pdl. 

Polverini: "Alla mia Regione ci penso io" "Alla mia Regione ci penso quotidianamente, e lo sanno anche Cicchitto e La Russa". Così, a margine della giunta straordinaria, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha commentato le dichiarazioni dei due dirigenti del Pdl che hanno giudicato "esagerate" le reazioni degli Enti locali di fronte alla proposta della Lega di spostare i ministeri. "È un momento in cui secondo me - ha aggiunto - occorre mettere da parte il nervosismo e ciascuno deve interpretare il proprio ruolo istituzionale. Quindi - ha proseguito - noi stiamo semplicemente mettendo in campo uno strumento che dia a questa Regione la possibilità di esprimersi su un tema molto delicato quale quello del trasferimento dei ministeri".

La Russa: "Sbagliato agitarsi" Il trasferimento dei ministeri, ha spiegato La Russa, "comporta una nuova legge, il fatto che Bossi abbia parlato di un suo decreto si riferisce a sedi di rappresentanza". La Russa ha aggiunto di avere a Milano una sede per il proprio ministero "senza aumento di costi". "L’importante - ha rilevato - è non mettere in discussione la forma di Roma Capitale" dove sono i ministeri, "Roma Capitale è stata fatta da questo governo e da questa maggioranza e lo rivendico a questa maggioranza". "È sbagliato agitarsi se ancora non piove, in quel caso aprire l’ombrello porta sfortuna, quindi è prematuro aprire l’ombrello. Magari non pioverà mai. Polverini e Alemanno si bagnano prima che piova", ha detto il ministro.

Cicchitto: "Sbagliato drammatizzare" "E' in atto un confronto, ma è sbagliato drammatizzare sia da parte di chi è al Nord e sia per chi è a Roma che dovrebbe occuparsi di governare la Regione e il Lazio. Va detto che non riteniamo possibile rompere l'unità dello Stato, ma è possibile ragionare sul decentramento di alcune sedi sulla base di alcune esperienze passate". Così Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio si è espresso in merito alle polemiche dopo la richiesta ribadita al raduno annuale di Pontida da parte del Carroccio di trasferire alcuni ministeri al Nord. 

Alemanno: "Cicchitto non si innervosisca" "Cicchitto non si deve innervosire troppo. Lui è romano e da parlamentare romano deve stare dalla nostra parte". Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato l’invito del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, rivolto a lui e alla governatrice Renata Polverini. Intanto "l'Italia dei Valori ha presentato due mozioni per impegnare il governo a non trasferire i ministeri al Nord e per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e dalla Libia". Lo annuncia il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi. E anche il gruppo del Pd della Camera ha formalmente depositato un odg al decreto sviluppo che impegna il governo a escludere ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri al Nord. "L’odg - si legge in una nota - sarà votato in Aula nella seduta pomeridiana di domani".

La Cei contro la Lega Sulla questione dei ministeri anche la Cei ha espresso la sua. Giancarlo Maria Bregantini, vescovo e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace ha infatti dichiarato: "La Chiesa deve da un lato frenare queste mire secessionistiche, dall’altro deve rimotivare dall’interno, con forte valenza biblica, la passione dell’intraprendere dei cristiani", aggiungendo che spostare i ministeri al Nord sarebbe "un gesto di grandissimo disprezzo del Sud".

"Il Sud si sentirà ancora più privato" "La Lega paradossalmente ripete gli errori che rimprovera a Roma". Per il vescovo, "il Sud si sentirà ancora più privato. Io mi domando dalla Calabria o dalla Sicilia come vedranno il fatto di dover andare a Milano. È un gesto di grandissimo disprezzo del Sud. A meno che non ci siano ministeri portati a Palermo per la stessa logica". Inoltre, "il Nord non ha bisogno di strutture amministrative per motivi di lavoro, ma di progettualità. Ha bisogno di quella parola magica che la Settimana sociale (dei cattolici italiani, ndr.) ha rilanciato: "intraprendere". Ci vuole coraggio. Oggi è un tempo di speranza, da rimettere in gioco, non un tempo di tecnicismo. Ciò che ci manca non è la capacità manuale ma la forza motivazionale".

Calderoli: "Trasferimenti riguardano anche Sud" "Il nostro progetto non riguarda soltanto il Nord ma concerne l’intero Paese, compreso il Sud: riteniamo, infatti, che anche il Mezzogiorno possa, e debba,

legittimamente aspirare ad avere dei ministeri dislocati sui propri territori". Lo scrive il ministro della Semplificazione e capo delle segreterie della Lega, Roberto Calderoli, rispondendo alle parole di monsignor Bregantini. 

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