Giancarlo Perbellini, è uno dei più esperti chef italiani (Casa Perbellini a Verona ha due stelle Michelin) ma soprattutto è nato pasticciere, nella storica insegna di famiglia».
Si ricorda il primo dolce di cioccolato?
«Certo, aiutavo i miei nel lavoro negli anni '80, quando arrivò la prima onda dalla Francia. In Italia non si parlava di cioccolato per i dolci ma di cacao e non si andava oltre uova di Pasqua o cioccolatini. Feci una classicissima Marchesa».
Cosa pensa della fissazione attuale per i cru?
«Buoni, anche buonissimi ma non ha senso lavorarli perché perdono le loro peculiarità. Sono il massimo godimento con un signor distillato e insieme a un grande caffè».
Il dolce per diventare bravi a usare il cioccolato?
«Di base, la mousse che poi piace al mondo intero. Crescendo di capacità, una Setteveli regala emozioni a farla come a gustarla».
E il suo dessert del cuore?
«Non ho dubbi: la Sablée di cioccolato di Bernard Pacaut, chef de L'Ambroisie a Parigi. La serve con una quenelle di gelato alla vaniglia: semplicissima ma incredibile».
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