Siglata alla vigilia dellinvasione del tessile cinese, la «santa alleanza» della moda tra Italia e Francia si conferma più salda che mai. Come spesso avviene in tempi di guerra, fra ex nemici uniti dalla necessità di combattere un avversario comune: e che ci sia guerra in corso, per quanto riguarda labbigliamento, è difficile negare.
Una guerra commerciale, ma non per questo da sottovalutare, come ha ribadito il presidente della Camera nazionale della moda, Mario Boselli. «Leccesso di importazioni cinesi a basso costo - ha detto - non ha alcun effetto positivo. Neppure sui consumatori italiani, che non ne traggono alcun beneficio: e intanto le nostre aziende chiudono. Ecco perché non insistiamo solo sulle quote, provvedimento necessario quanto inevitabilmente temporaneo, ma anche sui punti chiave permanenti dellaccordo con Parigi: marchio di origine obbligatorio, il cosiddetto made in, e realizzazione della zona paneuromediterranea, per competere meglio con lAsia collegando i Venticinque con i Paesi del Nordafrica attraverso unarea di libero scambio».
Altro tema forte, la lotta alla contraffazione, come ha sottolineato Didier Grumbach, presidente della Federation française de la Couture. E non ci sono solo le copie grossolane: negli Stati Uniti, ad esempio, è assente la protezione del copyright per i disegni originali di moda, una vera scorciatoia per la pirateria. Da qui la pressione su Washington, anche con il sostegno di stilisti americani come Narciso Rodriguez, che ha come obiettivo quello di introdurre la protezione (di durata biennale) del disegno di moda.
La tutela della creatività, daltronde, a Milano è un argomento allordine del giorno, tanto che è stato creato il Cim, Comitato Istituzionale Milanese per la tutela della proprietà industriale e intellettuale. «Uniniziativa che si sta rivelando efficace nella prevenzione e repressione della contraffazione - ha sottolineato lassessore al Commercio, Roberto Predolin - anche grazie al lavoro comune con le forze dellordine».
Ma non tutto è armonia nel mondo della moda. E neppure fra gli stilisti e listituzione che li rappresenta: tanto che, a meno di due settimane dallinizio delle sfilate, non cè ancora un calendario definitivo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.