La temperatura ideale per bere la tua birra? Te la dice lo smalto da manicure

La birra fredda è un mito radicato in tutto il mondo. Per determinarne la giusta temperatura di servizio un noto birrificio americano ha lanciato uno smalto da manicure “termocromico” che a contatto con la bevanda cambia colore e conferma la giusta temperatura per bere una bionda

La temperatura ideale per bere la tua birra? Te la dice lo smalto da manicure

In Brasile la chiamano gelada o geladinha (gelata).

A Cuba, Puerto Rico, Santo Domingo e in Guatemala se ordini una fria (fredda) capiscono al volo cosa vuoi bere.

In Honduras e El Salvador la parola d’ordine è helada con l’h ben aspirata.

Ma anche in climi meno torridi l’espressione informale “a cold one” (una fredda), usata spesso negli Stati Uniti, rimanda come in una formula magica alla sensazione di freschezza.

Quella della birra preferita dalla temperatura ideale.

Parole in codice che racchiudono la filosofia degli aficionados e suonano come un avvertimento anche per chi queste bevande le deve servire.

Guai alla birra calda come se fosse la peggiore delle eventualità possibili, anche nei luoghi più sperduti dove ghiaccio e corrente elettrica potrebbero essere un’opzione lussuosa.

Perché secondo gli appassionati esiste un fatto inoppugnabile.

La giusta temperatura di servizio è fondamentale e l’inosservanza delle regole costituirebbe un sacrilegio da contrastare con i sensi e i termometri alimentari a disposizione.

Almeno fino a ieri perché da oggi si potrà contare su un’arma in più: lo smalto da manicure “termocromico”.

Un’invenzione tutta made in Usa, partita da una nota casa americana produttrice di birre che si è sentita in dovere di correre in soccorso agli amanti del luppolo.

E di aiutarli a gestire le crisi da sbalzi termici indesiderati, fornendo ai suoi followers soluzioni autogestibili dove l’estro artistico e la creatività si fanno spazio e si mescolano all’ossessivo tema dell’inclusività sempre più cavalcato anche nel mondo degli alcolici.

Messi in soffitta i tradizionali termometri, soffocato il senso del tatto, si punterà tutto sulla vista.

Che si concentrerà sull’osservazione di questo smalto speciale e dei suoi mutamenti cromatici.

Una volta indossato, infatti, fungerà da rilevatore di temperatura e, birra alla mano (inevitabilmente e subitamente riscaldata dal calore dei palmi) cambierà colore passando dall’azzurro polvere ad un blu intenso, decretando il via libera delle libagioni rispettose degli standard termici.

Una prova visibile, scenica, tutta da instagrammare con una procedura facile da dominare.

Almeno nell’atto finale perché viene da pensare che la vera sfida complicata si giochi sulla fase propedeutica al consumo della birra che prevede la preparazione di mani perfette.

E presuppone un minimo di manualità nella non facile pratica della stesura della vernice per le unghie, a meno che non si ricorra a professionisti della cosmesi, fornendogli lo smalto introvabile, per ottenere un risultato estetico più soddisfacente.

Per chi desidera cimentarsi in prove tecniche la cattiva notizia è che in data odierna dopo aver fatto una simulazione sul sito dell’azienda americana, lo smalto Chill a 7 dollari al pezzo, prodotto per il birrificio da un marchio cosmetico importante è andato a ruba e risulta “sold out” segno che la novità si è fatta virale ( anche se sul sito instagram assicurano a chi insistentemente si lamenta per la sua indisponibilità che da martedì 22 novembre dalle 10 am tornerà acquistabile).

Una trovata commerciale divertente che chiude le porte all’uso dei sensi, decisamnete più sfidanti e sostenibili dello smalto termocromico e che fino a qualche anno fa avrebbe avuto un successo parziale, escludendo dal gioco tutto un parterre maschile, già appassionato di birra, ma all’oscuro dei segreti della manicure.

Poi le unghie dipinte sono divenute un vezzo trasversale per tutti i sessi.

Un po’ come la democratica birra che ammicca ora alle ragazze raffinate con manicure perfette (in passato distanti da pinte, calcio e calcetto e annessi) fino a diventare la bevanda che mette tutti d’accordo.

Ma gli esperti storcono il naso di fronte alle categorizzazioni troppo inclusive e il mito della birra fredda gelata non trova un riscontro entusiasta tra coloro che rivendicano la molteplicità e la ricchezza del mondo delle birre (ne esistono circa 17 tipologie) che non possono essere costrette sotto regole universali per poter essere idealmente consumate.

Puntualizzando che temperature molto

basse non sono amiche di aromi e profumi complessi che solo con qualche grado in più diventano percepibili e si sprigionano nella loro varietà.

A difesa dei prodotti di qualità da trattatare nel rispetto della loro unicità .

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