Modelle d’autore trasformate in opere d’arte

A Milano c’è una galleria d’arte ai confini con la galassia: un bar siderale dove viaggiatori provenienti da mondi diversi si incontrano per confrontare idee ed esperienze. Ieri nello Spazio Margini, in via Sciesa 9, ha parcheggiato l’astronave a forma di Rolls Royce di Xante Battaglia: pittore e scultore del nostro pianeta, ma con la passione per i viaggi cosmici. Cinquant’anni di esplorazioni estetiche nelle quali si è imbevuto di pulviscolo spaziale. Durante l’ultima missione ha conosciuto una venusiana dai capelli biondi e il viso di bimba. Il suo nome è Nathalie, ed è subito diventata la sua nuova musa. Xante, prima le dipinge il corpo, poi l’«affitta» al collezionista del bello.
Battaglia parla un esperanto extraterrestre fuori dalla portata dei comuni mortali; agli umani è concesso afferrare solo il concetto base: «La mia è un’opera aperta. Io offro insieme oggetto e soggetto. Carne, colori e disegni in un’unica persona che poi decide autonomamente come comportarsi». Da un recondito angolo dell’universo Piero Manzoni sorride sardonico pensando alle «Sculture viventi» che lui, gia nel 1961 alla Galleria Tartaruga di Roma, firmava trasformandole in pezzi unici destinati al museo della vita.
Nell’atelier senza gravità di via Sciesa, con Xante e Nathalie, galleggiano a mezz’aria decine di argonauti che varrebbe la pena conoscere nei dettagli.

Ma l’improvvisa feritoia apertasi nella dimensione spazio-tempo della Galleria Margini sta per chiudersi, bisogna ripartire al più presto.
Su una colonna, accanto al positivo-negativo di una lattina di birra, resta un quadro abbandonato da un reporter stellare. Il titolo? «Battaglia continua».

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