Molestie e abusi sessuali durante la fisioterapia: massaggiatore nei guai

La violenza in uno studio sui Navigli. Il professionista «ha approfittato dello stato di torpore della vittima»

Molestie e abusi sessuali durante la fisioterapia: massaggiatore nei guai
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Molestie e abusi sessuali durante quella che doveva essere una normale seduta di fisioterapia. Si era rivolta a uno studio di stimati professionisti che ha sede in zona Navigli, a Milano, per risolvere un brutto dolore alla gamba sinistra, che non la lasciava tranquilla da settimane. E con questo scopo nel pomeriggio dello scorso 31 ottobre ha incontrato un massoterapista, posturologo e chinesiologo, laureato in scienze motorie ed esperto in massaggi terapeutici e sportivi. Era sdraiata sul lettino, con addosso soltanto la biancheria intima com'è normale in questi casi, per l'appuntamento che doveva essere a fini riabilitativi. Ma l'altro secondo l'accusa che oggi si appresta a chiedere per lui il processo per violenza sessuale pluriaggravata si è approfittato della «situazione di torpore» in cui si trovava la paziente. E l'ha palpeggiata e molestata pesantemente con «atti repentini e a sorpresa», approfittando della sua condizione di «inferiorità fisica e psichica». Nelle ore successive all'episodio, la 42enne, nata a Milano e inizialmente sotto choc, si è rivolta alle forze dell'ordine per denunciare l'accaduto e sono quindi scattate le indagini del pm Pasquale Addesso, in forze al dipartimento fasce deboli della procura di Milano guidato da Maria Letizia Mannella. Il 30enne ora rischia il processo per violenza sessuale con più aggravanti: non solo l'abuso delle «condizioni di inferiorità fisica e psichica» della vittima ma anche per via dell'avere commesso il fatto «con abuso di prestazioni d'opera essendo commesso il fatto durante un massaggio fisioterapico richiesto dalla parte offesa». Il pm infatti ha chiuso nei giorni scorsi l'inchiesta, notificando l'avviso di conclusione delle indagini al suo difensore.

Sembra che l'indagato voglia proporre un risarcimento consistente alla vittima: una strategia difensiva volta a ottenere dal gip, a seguito di un accordo con la procura, un patteggiamento a una pena inferiore ai 2 anni di reclusione. La violenza sessuale, che è un reato ostativo, impedisce infatti all'indagato di ottenere un patteggiamento in caso di condanna superiore ai due anni di carcere.

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