È l'austriaca Elisabeth Goergl la speed queen di questi mondiali dopo essere stata anche, con la sua «You're the hero», la protagonista dell'inno di Garmisch-Partekirchen 2011 alle cerimonia inaugurale: oro in supergigante ed oro anche in discesa. Lo ha conquistato sui 2.920 metri della Kandahar 1 dal fondo morbido per colpa di un caldo anomalo che da tre giorni avvolge Garmisch-Partenkirchen relegando sui gradini più bassi del podio nientemeno che Lindsey Vonn e Maria Riesch.
L'Italia invece ha annaspato: nella squadra donne della velocità non c'è un Innerhofer in gonnella capace di tirar fuori gli artigli al momento giusto. L'attesa Elena Fanchini - argento in discesa ai mondiali di Bormio 2005 - ha dimostrato ancora una volta che le curve proprio non le sa fare. Con un paio di errori - «sono finita troppo larga» - ha chiuso in 16ª posizione, a ben 2 secondi e 29 dalla Goergl. Sino a metà gara, quando ancora non c'erano curve impegnative, era tra le migliori. Bisognerebbe che per lei facessero piste-autostrada, tutte belle dritte ma senza complicazioni. La più brava delle azzurre è stata così Daniela Merighetti, bresciana doc, che ha chiuso settima, risultato assolutamente inutile ad un mondiale in cui, per giunta, c'erano solo 36 concorrenti: la Kandahar gelatissima di una settimana fa aveva spaventato molte atlete.
Ma oggi la pista era altra cosa. Merighetti ha avuto almeno l'orgoglio di tenere botta: «a metà mi sono sentita stanca, ma ho tenuto duro. Non pensavo di riuscire a tenere questa posizione». Peggio ancora, dopo la banda, le due altoatesine Johanna Schnarf e Verena Stuffer, 21ª e 27ª su 34 atlete che hanno chiuso la gara: da piangere.
Eroina della giornata - oltre alla strepitosa Goergl, figlia d'arte di Traudl Hecher che portò all'Austria ben due medaglie in discesa alle Olimpiadi di Squaw Valley e poi Innsbruck - è stata Maria Riesch. Colpita da influenza, piena di tosse, Maria nella sua Garmisch-Partenkirchen non ha voluto deludere la Germania sportiva e la sua città. Non si sa quel che abbia fatto in gara, certo è che prima e dopo la tedesca è stata un colpo di tosse continuo. Con il terzo posto di oggi fa il paio con il bronzo di supergigante: niente male in queste condizioni.
Lindsey Vonn, che ha Garmisch ha dovuto cedere sia il titolo di supergigante che quello di discesa vinti due anni fa in val d'Isere, si deve invece accontentare di un argento, poca cosa per una come lei. La statunitense si è resa un pò antipatica a forza di lamentarsi della pista, come aveva fatto nei giorni scorsi, e di lasciare sino all'ultimo in dubbio la sua partecipazione ad ogni gara. Sarebbe stato molto più semplice dire di non stare bene dopo la caduta in allenamento di dieci giorni fa, con più chiarezza e meno sceneggiate.
Ora tocca alla supercombinata maschile con l'azzurro Christof Innerhofer punta alla sua terza medaglia su tre gare dopo l'oro in supergigante e ed il bronzo in discesa. «Non sarà facile, ma ci provo. I mondiali per me non so ancora finiti. Ma soprattutto non ho niente da perdere nè da dimostrare dopo i risultati che ho già ottenuto. Darò il massimo», ha detto l'azzurro alla vigilia, impegnato a rinfrescare la sua pratica in slalom speciale, il punto dolente per lui nella supercombinata. La gara, infatti, è composta dalla somma dei tempi di una discesa (ore 10) e da una manche di slalom speciale (ore 14) sulla impegnativa e ripida pista Gudiberg. Il tutto con condizioni meteo che annunciano ancora temperature ben sopra lo zero e neve primaverile. Questo significa che chi sbaglia in speciale rischia di perdere secondi su secondi.
Oltre ad Innerhofer, l'Italia domani schiera Peter Fill, Dominik Paris ed il giovane trentino Paolo Pangrazzi. Innerhofer e Fill sono i due azzurri che hanno più chance, se non altro perchè in supercombinata sono entrambi già saliti sul podio nella loro carriera. In questa stagione - dominata dal croato Ivica Kostelic che ne ha vinte tre su tre conquistando anticipatamente anche la coppa di specialità - i nostri due azzurri sono riusciti a piazzati decisamente bene. Innerhofer ha ottenuto un quarto ed un sesto posto, Fill un quinto. Insomma, i due altoatesini sono potenzialmente a ridosso del podio. La novità - la bella novità - è che Kostelic ha da giorni lasciato i mondiali («Non lo capisco: gli bastava scendere per vincere una medaglia in supercombinata, ma meglio per noi se non ci sarà», ha commentato Innerhofer) per riposarsi in patria e prepararsi allo slalom speciale conclusivo della manifestazione iridata. Stessa cosa ha fatto lo svizzero Carlo Janka, uno dei migliori supercombinatisti in circolazione: anche lui ha avuto bisogno di riposarsi anche perchè in primavera verrà operato al cuore per una leggera aritmia. È pertanto evidente che con due rivali fortissimi in meno le chance per gli azzurri salgono parecchio.
I possibili rivali? L'austriaco Benjamin Raich (13 medaglie collezionate in carriera tra Olimpiadi e Mondiali), lo svizzero Silvan Zurbriggen, che è eccellente in entrambe le discipline, e - se riesce a portare a termine lo slalom - l'americano Bode Miller. Infine , da non dimenticare, c'e pure il croato Natko Zancic-Dim, secondo nell'ultima supercombinata di coppa a Chamonix.
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