Altro che Germania unita: cresce l'"ostalgia" per il socialismo reale

Per il 15% degli abitanti dell'est si viveva meglio nel sistema della Ddr. Un sentimento sempre più forte negli ultimi anni

Altro che Germania unita: cresce l'"ostalgia" per il socialismo reale

Berlino - Possesso di armi da fuoco, di lava-asciugatrici, diffusione delle vaccinazioni anti-influenzali. I Länder della Germania Ovest battono quelli dell'ex Ddr in ciascuna delle tre categorie. Senza dimenticare che il Pil pro capite nelle regioni orientali è il 66% di quello occidentale. Sono passati 24 anni dall'unificazione delle due Germanie e il settimanale Die Zeit si è divertito a sottolineare le differenze fra le due parti del mondo tedesco tagliate in due dalla cortina di ferro. Si scopre così che tanto il nome Ronny quanto le aziende agricole sono molto più diffuse all'est che all'ovest, dove ci sono invece più camper e roulotte. E se il 13% dei vacanzieri delle due aree sceglie l'Austria come meta ideale, i tedeschi occidentali amano anche Spagna, Francia e Italia mentre quelli orientali preferiscono visitare il Mar Baltico e il Mare del Nord.

Il 3 ottobre la Repubblica federale tedesca ha celebrato il successo delle propria riunificazione o, per come l'hanno vissuta in molti nell'ex Ddr, l'annessione dell'est da parte dell'ovest. In pochi lustri oltre 16 milioni di cittadini sono stati integrati in un sistema che li ha portati sugli standard molto alti del più ricco fra i grandi Paesi d'Europa. Dati confermati dal sondaggio Infratest Dimap per la Mitteldeutscher Rundfunk (la tv pubblica di tre Länder orientali): per il 75% dei cittadini dell'ex Ddr, dopo l'unificazione le condizioni di vita sono migliorate. Meno entusiasta si è rivelato l'ovest, che, investendo circa 2mila miliardi di euro, si è accollato la rottamazione dell'obsoleta macchina produttiva socialista: solo il 48% vede vantaggi dall'unità. Stupisce invece il 15% di ex «Ossi» (abitanti dell'est) secondo cui si stava meglio nel sistema del socialismo reale. È l'«ostalgia» che cresce, un sentimento di straniamento per una parte di cittadini nati e cresciuti sotto la cortina di ferro: orfani dello stato-mamma, che più hanno difficoltà ad adattarsi alla società capitalista importata dalla mattina alla sera. Senza ombra di dubbio, all'est il consenso pro-riunificazione è larghissimo. Per l'83% c'è più libertà personale, per l'86% migliori condizioni economiche e per il 72 standard di vita superiori. Eppure dieci anni fa le risposte erano rispettivamente all'89, all'82 e all'83%. Un campanello d'allarme per il governo federale, confermato anche dai dati che misurano proprio l'«ostalgia». Ancora nel 2014 tre Ossi su quattro rimpiangono il sistema di sicurezza sociale, il sistema scolastico, la protezione dalla criminalità e l'uguaglianza uomo-donna dell'ex Germania est. Una nostalgia proporzionale all'età visto che fra i più soddisfatti dell'unificazione ci sono proprio i giovani. Giovani che, peraltro, non condannano l'esperienza socialista: come ha rilevato Klaus Schroeder, sociologo della Libera Università di Berlino, «il 40% dei giovani i cui genitori hanno vissuto all'est non considerano la Ddr una dittatura».

Come l'Italia, però, la Germania è un paese di vecchi: ne ha approfittato alle ultime elezioni in Sassonia, Turingia e Brandeburgo il partito euroscettico Alternative für Deutschland balzato dal nulla a oltre il 10% dei voti. Contrario all'euro, agli immigrati e alla Merkel, AfD cattura il voto degli scontenti, che all'est non mancano. L'Istituto Ifo di Monaco segnala che fra il 1995 e il 2013 il Pil all'est è cresciuto del 20% contro il 27% dell'ovest.

Con più asili e donne che lavorano full-time, ma con meno soldi in tasca, il cittadino Ossi si interroga sulla propria identità. Nel frattempo ha ripreso a mangiare i prodotti alimentari d'antan: il cioccolatino Halloren prodotto a Halle, in Sassonia, è sempre più la piccola madeleine tedesca per tornare a un mondo che non c'è più.

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