Adesso l'Isis viola pure le università cinesi

Il sito di una delle più importanti università cinesi è stato violato da un hacker che rivendica l’appartenenza all’ISIS

Adesso l'Isis viola pure le università cinesi

Il sito di una delle più importanti università cinesi è stato violato da un hacker che rivendica l’appartenenza all’ISIS. Il portale è stato subito bloccato per evitare la diffusione delle pagine, ma sulla rete circola una schermata raffigurante quattro miliziani a cavallo con la bandiera dello Stato Islamico. L’immagine è accompagnata dalle frasi "Alla fine tutto va bene. E se non va bene non è la fine", attribuita a John Lennon, e da una scritta in arabo che recita "Allah è grande. Non temo la morte. Morire da martire è il mio scopo". I commenti sono firmati "Islamic State Hacker".

L’intrusione è avvenuta intorno alle 10 di domenica sera, a darne notizia è stato il Qingxin Times, il giornale universitario. La notizia è stata ripresa da numerosi media cinesi; l’originale, tuttavia, è stata cancellata. La Cina opera un severo controllo sul web e la Tsinghua è una delle prime università in Cina per quanto riguarda la tecnologia informatica. Il suo portale è considerato più sicuro di molti siti governativi. In passato, il sito dell’università è già stato oggetto di attacchi da parte di pirati informatici. Questa potrebbe essere la prima volta che un sito cinese viene violato dai militanti dello Stato Islamico.

Non sono chiare, però, le ragioni per cui il gruppo terroristico islamico possa aver preso di mira proprio l’università pechinese. I tecnici che stanno investigando sull’accaduto hanno espresso dubbi sul fatto che l’IS abbia sviluppato abilità tali da permettergli di violare il sito. La minaccia del Califfato riguarda sempre più direttamente la Repubblica Popolare Cinese: lo scorso dicembre è apparsa sul web una canzone in cinese che chiamava i musulmani alle armi contro gli infedeli, proprio poche settimane dopo l’uccisone di un ostaggio cinese da parte dei miliziani dell’ISIS.

Attualmente, secondo il diplomatico Wu Sike, i combattenti cinesi che hanno oltrepassato illegalmente i confini per unirsi alle fila dello Stato Islamico sono circa cento. Stavolta però, a differenza del solito, l’attacco non è ancora stato rivendicato da nessun account collegato allo Stato Islamico.

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