La marea nera della Sanchi si allarga nel Mar Cinese

Gli idrocarburi finiscono in mare, ma le autorità cinesi sminuiscono il danno

La marea nera della Sanchi si allarga nel Mar Cinese

Sminuiscono il danno ambientale le autorità di Pechino, ma una chiazza larga almeno un chilometro quadrato si estende ora nel Mar cinese, dove la petroliera Sanchi si è scontrata una settimana fa con la CF Crystal, mercantile che batte bandiera di Hong Kong e che trasportava cereali verso gli Stati Uniti, per poi affondare.

Trentadue i marinai morti dopo lo scontro, iraniani e bengalesi, con pennacchi di fumo e fiamme alte metri che per giorni hanno continuato a bruciare intorno alla petroliera registrata a Panama, che trasportava 136mila tonnellate di idrocarburi leggeri, diretta in Corea del Sud. Sono soltanto tre i cadaveri che sono stati recuperati, con l'Iran che ha rinunciato a trovare gli altri.

"La marea nera è molto grave", ha spiegato un giornalista della televisione cinese Cctv, che è riuscito a salire a bordo di un aereo dell'Amministrazione oceani che ha sorvolato la zona, e sostiene che quando è fuoriuscito dalla Sanchi si sia allargato in un raggio di dieci chilometri.

Non si tratta di petrolio, ma di un idrocarburo leggero e che esplode con facilità. Diversa l'opinione dei tecnici dell'Amministrazione, secondo cui la volatilità della sostanza sta "causando meno conseguenze per l'oceano".

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