Papa Francesco ha fatto indignare 20 ex capi di Stato dell'America Latina. Non è piaciuto il messaggio che il Pontefice ha rivolto al Venezuela e al Nicaragua il giorno di Natale.
"Questo tempo di benedizione consenta al Venezuela di ritrovare la concordia e a tutte le componenti sociali di lavorare fraternamente per lo sviluppo del Paese e per assistere le fasce più deboli della popolazione", aveva detto Papa Francesco. Una frase che non mette "l'accento sul fatto che i venezuelani sono vittima di una oppressione di una narco-dittatura militarizzata, che non si fa scrupolo di conculcare in maniera sistematica i diritti alla vita, alla libertà e alla integrità personale", scrivono i firmatari della lettera inviata su proposto di IDEA (iniziativa democratica di Spagna e Americhe) tra cui l'ex presidente messicano Felipe Calderón, quello argentino Fernando De la Rúa e il colombiano Álvaro Uribe. Secondo i 20 ex capi di Stato, se i venezuelani sono vittime di una narco-dittatura militarizzata, i nicaraguensi sono vittime "di una ondata di repressione che ha causato 300 morti e 2.500 feriti". In Venezuela dove "c'è un governo che ha causato 3 milioni di rifugiati", la corruzione è dilagante mentre la povertà avanza e, quindi, l'appello del Papa risulta ambiguo, come se fosse "una richiesta ai popoli oppressi, che sono vittime ad accordarsi con i rispettivi aguzzini". E chiariscono: "Le espressioni di Sua Santità che sappiamo essere in buona fede e dettate dal suo spirito di pastore, possono essere interpretate anche in modo negativo per la maggioranza dei venezuelani e nicaraguensi. Soprattutto quando esiste, attualmente, in entrambi i Paesi, un disaccordo politico che reclama tolleranza e comprensione, tra forze discorsi e narrative distanti, all'interno di un quadro ben poco democratico". Intanto, ricorda il Messaggero, ieri i vescovi venezuelani hanno dichiarato illegittimo il nuovo mandato di Maduro.
"È un peccato - scrivono in un documento ufficiale - che grida al Cielo voler mantenere a tutti i costi il potere e cercare di prolungare il fallimento e l'inefficienza di questi ultimi decenni: è moralmente inaccettabile! Dio non vuole che il popolo soffra sottomettendosi all'ingiustizia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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