C’è una strana paura che sta tornando a diffondersi per le strade d’America. È quella per Satana e il satanismo, o meglio per gli abusi sessuali con rito satanico contri i bambini. Un fenomeno che si intreccia anche con la campagna elettorale per le elezioni di metà mandato e che quando non assume contorni grotteschi diventa inquietante.
Due storie di “follia” satanica
Ne sa qualcosa David Leavitt, un procuratore distrettuale di una contea dello Utah. Repubblicano moderato correva alle primarie per confermare il suo incarico. A ridosso della votazione si è presentato davanti ai giornalisti in una tesissima conferenza stampa dicendo chiaramente di “non essere un pedofilo satanista responsabile di atti di cannibalismo”.
Un’affermazione surreale motivata da un periodo difficilissimo per Leavitt, condito da minacce generiche e accuse di pedofilia e adorazione del Maligno. Alla fine Leavitt ha perso le primarie, complice anche una gestione della giustizia troppo “leggera” in una contea molto conservatrice. Ma l’eco mediatico della vicenda è rimasto. Allo stato attuale le accuse contro l’uomo non sono provate, ma tutto è partito da un presunto dossier fatto circolare da uno strano personaggio che lo stesso Leavitt stava perseguendo: Nicholas Rossi. Un americano che ha finto la sua morte per scappare in Scozia ed evitare un processo per stupro. Nel documento da 151 pagine si cita un terapeuta che avrebbe fatto parte di una setta che tra gli anni ’80 e ’90 sarebbe stata responsabile di abusi e omicidi di massa su bambini e della quale avrebbe fatto parte anche Leavitt insieme alla moglie.
Facciamo un salto di oltre 3 mila km e arriviamo a South Windsor, in Connecticut. Il 1 luglio il dipartimento di polizia locale riapre un fascicolo su un’indagine per crimini sessuali a carico di diversi membri della comunità locale. L’origine dell’indagine? Delle accuse lanciate su TikTok da una donna, Haley Garcia, che in un video denunciava i genitori, e altre sette persone, di essere parte di una “élite segreta” responsabile di rituali satanici su bambini.
L’accusa della Garcia, oltre a far aprire un fascicolo, ha generato uno tsunami social enorme. Fra l’altro la stessa polizia ha spiegato di aver indagato due volte sui soggetti negli ultimi sette anni senza aver trovato riscontri significativi. La donna, ha scoperto Nbc News, si auto-definisce allenatrice spirituale e sciamano. Si fa pagare centinaia di dollari l’ora una consulenza e ha oltre 300 mila followers su TikTok che lei utilizza come “clava” contro gli accusati. Solo il video con le accuse è stato visto da 5,3 milioni di persone.
Il panico degli Anni ’80
Per gli Stati Uniti non si tratta di una novità, ma di un macabro ritorno a quanto successo negli anni ’80. Il decennio è segnato dal cosiddetto “panico satanico” quando un’onda di false accuse di abusi su bambini durante rituali satanici si diffonde in tutto il Paese. Se la storia vi sembra famigliare è perché la vicenda a modo suo tocca anche l’Italia, in particolare con la vicenda dei “diavoli della bassa modenese”, raccontata anche in nel podcast Veleno di Pablo Trincia su Repubblica di qualche anno fa.
Persino la cultura pop ha ricordato a modo suo quel periodo. Ad esempio nell’ultima stagione di Stringer Things i fatti che circondano il personaggio di Eddie Munson sono la rappresentazione della paura di quel periodo: giochi di ruolo come Dungeons & Dragons, club di nerd e musica metal.
Quella stagione, notano diversi esperti e storici, si è chiusa in modo rapido e inaspettato così com’era cominciata. Senza un vero processo di analisi su cosa aveva generato l’ondata di caccia alle streghe e come evitare che una psicosi di massa simile si ripresentasse. Tanto che oggi si assiste allo stesso fenomeno, con un unica grande differenza inquietante: il potere moltiplicatore dei social media.
Effetto moltiplicatore dei social
Il ritorno del “panico satanico” negli Stati Uniti oggi presenta un mix complesso e pericoloso notano gli esperti. La crescita e la notorietà di movimenti complottisti come QAnon, una generazione di politici inclini a fare leva su queste paure e soprattutto la capacità virale dei social. Se negli anni ’80 le calunnie rimanevano nell’alveo della polizia, dei tribunali e dei servizi sociali, oggi un’accusa viaggia e finisce nei feed di milioni di persone.
Su Facebook, Instagram e TikTok proliferano teorie di ogni tipo e contenuti come le “guide per riconoscere i furgoni bianchi della tratta dei bambini” vengono visualizzate milioni di volte degli utenti. E il caso Leavitt in questo senso è un caso da manuale: migliaia di persone aizzate dai social hanno bombardato l’università in cui lavorava la moglie del procuratore chiedendone il licenziamento.
I sondaggi
E se i fatti avvenuti in Utah e Connecticut fossero isolati? I numeri sembrano indicare che non è così. Joseph Uscinski, docente di scienze politiche dell’Università di Miami si occupa del “satanic panic” da tempo e in anni recenti sta monitorando l’andamento di questa fobia. A giugno ha condotto un sondaggio su circa 2.000 soggetti scoprendo come questa paura di rituali e abusi sui bambini sia pervasiva.
Un terzo delle persone si dice d’accordo con l’affermazione che “i membri delle sette sataniche abusano regolarmente di migliaia di bambini ogni anno”. Il 25% di dice convinto che “l’abuso satanico è diffuso in tutto il paese”, mentre il 21% afferma di essere certo che in molte “scuole materne si tengano segretamente pratiche sataniche”.
Nbc News ha cercato anche di capire quanto sia di massa il tema e per farlo si è appoggiata a una società di monitoraggio dei social media. I dati vanno in questa direzione. Dal 2007 al 2014 le menzioni di satanismo su Twitter, ad esempio, sono aumentate negli anni fino al 2016 quando raggiunsero il culmine con aumenti del 37% su base annuale durante la sfida presidenziale tra Donald Trump e Hillary Clinton. Secondo gli stessi dati i numeri si sono poi mostrati costanti anche grazie alla copertura mediatica della galassia QAnon culminata con l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
La questione politica e la parentesi storica
Questo ampio fenomeno si salda anche con alcune delle frange più volente del suprematismo bianco. E in questo la storia di una particolare associazione è emblematico. Si tratta del Satanic Temple, il tempio satanico, un gruppo religioso che fa leva sul satanismo come strumento per promuovere l’uguaglianza religiosa e la separazione tra Stato e Chiesa. Fondato nel 2012 a Salem in Massachusetts (la stessa Salem famosa per i processi e le esecuzioni di presunte streghe nel 1692), il Tempio è dichiaratamente di sinistra e negli ultimi due anni è stato preso di mira in modo molto duro soprattutto da alcune milizie armate della galassia dell’alt-right.
Per il fondatore Lucen Greaves il problema di questo panico non deriva solo dalla demonizzazione di una piccola parte della destra religiosa, ma anche dalla normalizzazione della paura satanica nella cultura comune che in alcuni casi ha contaminato anche la sinistra progressista. Al momento una piccola parte di politici Usa, in particolare una fetta della base più trumpiana, ha fatto leva sul pericolo satanista. Sulla necessità di un approccio religioso che contrasti il demonio.
Per qualcuno è la degradazione del Gop trumpizzato, vincolato a complotti e dietrologie. Ma forse andando a vedere la storia americana si capisce che l’anti-satanismo e la politica sono sempre andati a braccetto nella storia americana. Già ai tempi delle prime colonie nel Nuovo Mondo la famigliarità con il diavolo era diffusa. Anzi, hanno notato diversi storici, le idee sul diavolo dei primi cristiani approdati nel continente hanno cementato l’identità stessa di quegli europei che “diventavano” americani.
Basti pensare a fenomeni come la Pope’s Night, la notte del Papa. Una sfilata anti-cattolica tenuta in Massachusetts, in particolare a Boston, che derivava dalle celebrazioni in favore di Guy Fawkes (l’attentatore inglese che tentò di far saltare in aria il parlamento che molti secoli dopo ispira V per Vendetta). Durante la notte una grande figura del diavolo veniva portata in corteo e poi bruciata in modo quasi rituale.
Poi venne il tempo della rivoluzione contro gli inglesi e lì le effigi del diavolo diventarono un simbolo potente per catalizzare la rivolta popolare. Il diavolo veniva disegnato e mostrato come simbolo della schiavitù con un cappio, la stessa immagine che gli inglesi trasmettevano ai coloni con le loro tasse.
Chiusa l’era rivoluzionaria l’uso del diavolo nel linguaggio politico è scomparso per diverso tempo. Ma ormai il simbolo era diventato un profondo catalizzatore della cultura popolare, un elemento emotivamente potente capace di mobilitare la gente sfociando in forme di protesta. Il Maligno nella cultura americana diventa quindi come quello scoglio che emerge quando cambia la marea. Per gli esperti di psicologia sociale ritorna nei momenti di crisi sociale, come rivoluzioni e disordini.
Il panico satanico degli anni ’80 è emerso al culmine di una stagione di grandi mutamenti sociali maturati dagli anni ’60 e ’70.
Quello di oggi, figlio di un’America post 11 settembre è simile. Una società polarizzata, tensioni tra partiti e persone e un futuro incerto fanno riapparire l’ombra del diavolo e la rilanciano viralmente sui social.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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