Amri indottrinò il nipote e gli chiese di uccidere lo zio poliziotto

Il18enne, catturato in Tunisia, era stato iniziato dallo zio al jihad. Gli chiese di uccidere il parente per dimostrare la sua lealtà al Califfato. "Mi mandò soldi chiedendomi di raggiungerlo in Europa"

Amri indottrinò il nipote e gli chiese di uccidere lo zio poliziotto

Anis Amri voleva arruolare il nipote appena diciottenne nell’Isis e gli aveva chiesto di ammazzare lo zio poliziotto per dimostrare la sua lealtà alla causa del Califfato del terrore.

Il ragazzo, Ferjani Fadi, è stato arrestato nel fine settimana durante un’operazione di polizia a Oueslatia, una piccola città che conta poco meno di diecimila abitanti nell’area interna della Tunisia. Insieme a lui sono stati fermati altri due presunti terroristi, secondo gli inquirenti farebbero tutti parte di una cellula pronta a colpire in nome del jihad.

La storia di questa cellula, però, è estremamente inquietante. Secondo fonti di polizia citate dal Telegraph, Fadi sarebbe stato indottrinato dallo zio Amri. E questi, al termine del percorso di “formazione” avrebbe chiesto al nipote – manco si trattasse di una sorta di macabro “esame” – l’uccisione di un loro parente, marito di una delle sorelle del terrorista di Berlino, la cui imperdonabile colpa era quella di aver scelto di indossare la divisa di poliziotto e di lottare contro il terrore.

Il giovane, una volta arrestato, ha vuotato il sacco spiegando agli inquirenti che Anis Amri si era presentato a lui come il capo indiscusso dell’autoproclamata brigata Abu al-Walaa, radicata in Germania e attentissima alla predicazione dell’imam estremista Abu Walaa. Lo zio, con il quale manteneva i contatti via computer, gli avrebbe mandato dall'Europa (qualche giorno prima di colpire al cuore Berlino) una discreta somma di denaro chiedendogli di raggiungerlo in Europa.

Nel frattempo la Tunisia deve affrontare uno sforzo immane per mantenere in piedi le sue stesse istituzioni, il rischio di venire letteramente invasa da jihadisti di ritorno è altissimo.

Il prezzo da pagare all’inerzia, come ha spiegato una nota ufficiale delle forze di sicurezza interne del Paese maghrebino è quello della “somalizzazione” dello Stato, ossia l’atroce dissoluzione in una infinita guerra civile.

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