Ancora scontri in Catalogna: ferito gravemente un poliziotto

350mila le persone scese in piazza a Barcellona per chiedere la liberazione dei leader indipendentisti catalani condannati tra i 9 e i 13 anni di carcere per il referendum del 2017. Scontri con la polizia, un ferito grave tra gli agenti

Ancora scontri in Catalogna: ferito gravemente un poliziotto

È stato un sabato di fuoco a Barcellona. 350mila le persone scese in strada nella capitale della Catalogna per protestare contro le sentenze inflitte dalla Corte Suprema spagnola ai leader indipendentisti. Negli scontri tra agenti anti-sommossa e manifestanti ad avere la peggio sono stati i poliziotti: 4 feriti di cui uno grave, ricoverato in ospedale con un ginocchio rotto. La miccia ha cominciato ad accendersi quando una cinquantina di persone hanno bloccato la circolazione sull'Avenida de Meridiana, una delle principali arterie di Barcellona.

La tensione è esplosa in via Laietana a Barcellona, di fronte al quartier generale della polizia. È qui che una cinquantina di manifestanti particolarmente aggressivi sono state caricati dalle forze dell'ordine. Tre le persone arrestate. Un agente della polizia catalana, i Mossos d'Esquadra, è rimasto ferito in modo grave. Tensioni nel resto della città, dove gruppi di manifestanti hanno eretto barricate e acceso falò in varie strade di Barcellona, come a Paseo de Gracia. In tutto, sono state circa 350mila le persone ad avere sfilato per le vie della capitale catalana per chiedere la liberazione dei leader indipendentisti condannati a pene tra 9 e 13 anni di reclusione. Alla manifestazione, indetta dall'Assemblea nazionale catalana, hanno aderito tutti i partiti pro-indipendenza. Tra i partecipanti, anche il presidente della Generalitat, Quim Torra, e il presidente del Parlamento, Roger Torrent.

Il 14 ottobre scorso, l'alta magistratura spagnola ha inflitto pene carcerarie a 9 leader indipendenti catalani che occupavano cariche di governo nell'ottobre del 2017, durante il periodo del referendum sull'autodeterminazione della Catalogna e della dichiarazione di indipendenza, approvata dal Parlamento di Barcellona. Un colpo di Stato per la massima autorità giudiziaria spagnola, che ha incarcerato Oriol Junqueras, Raul Romeva, Joaquim Forn, Jordi Turull, Josep Rull, Dolors Bassa, Carme Forcadell, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Da allora la Catalogna continua a essere scossa da scontri e violenze.

Contemporaneamente alle proteste di Barcellona, migliaia di persone si sono raccolte a Madrid per una manifestazione convocata dal partito destra Vox. Il leader della formazione, Santiago Abascal, ha detto alla folla che Vox è l'unica forza in grado di gestire la crisi della Catalogna. Cantando "Viva Espana", i manifestanti si sono diretti verso piazza Colon, con una marea di bandiere nazionali rosse e gialle. Tra i manifestanti molti giovani e famiglie con bambini. Abascal si è scagliato contro i socialisti al governo, concentrandosi in particolare sulla crisi catalana. "Contro i tradimenti dei socialisti e contro il separatismo criminale c'è solo Vox", ha tuonato il leader di Vox, dopo aver denunciato il partito di opposizione conservatore PP definendolo "inutile" e aver definito "opportunisti" i politici di Ciudadanos, di centro-destra.

Il Paese tornerà alle urne il 10 novembre per le quarte elezioni negli ultimi 4 anni. È atteso che il partito socialista al governo vinca, ma che ancora una volta non ottenga la maggioranza: secondo i sondaggi Vox dovrebbe aumentare i suoi seggi diventando così il terzo partito in Parlamento.

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