Anidride carbonica da record nel 2017, a dirlo è la Noaa, l’agenzia statunitense di meteorologia per l’atmosfera e gli oceani, nell’ultimo studio, giunto alla 28esima edizione, “State of the Climate” su 65 paesi, coinvolgendo 500 scienziati. I dati sono stati pubblicati dall’American Meteorological Society.
I livelli di CO2 e di altri gas, responsabili dell’effetto serra, sono stati da record nel 2017, che è anche stato il terzo anno più caldo dal 1880, da quando sono disponibili i dati, dopo il 2016 e il 2015.
"Il 2017 è stato il più rovente in assoluto se si considerano solo gli anni non contraddistinti dalla presenza di El Nino, il fenomeno naturale periodico che riscalda gli oceani e contribuisce all'aumento del termometro globale", hanno spiegato gli esperti.
La concentrazione media di carbonio sulla crosta terrestre ha oscillato, fino a questo momento, tra 170 e 280 parti per milione, nel 2017 è arrivata a 405 per milione, quasi quadruplicato dal 1960.
L'aumento delle emissioni di CO2 sarebbe principalmente dovuto all'uso di combustibili fossili e a cambiamenti nell'utilizzo dei suoli.
Altri dati, sempre comunicati dall’agenzia americana sono altrettanto preoccupanti,. Rispetto al 1993 il livello del mare si è alzato di 7,7 centimetri, con una media di 3,1 centimetri ogni dieci anni. Situazione allarmante perché potrebbe portare a un allagamento nelle zone maggiormente esposte, anche in breve tempo.
Se la terra è calda, il mare non gode certo di una sorte migliore: le temperature prese in superficie nel 2017, sono seconde solo a
quelle rilevate nel 2016. Come riportato nel dossier, condizione critica in Artide e Antartide, dove il riscaldamento globale ha portato sempre più lo scioglimento dei ghiacci, le aree coperte non sono mai state così limitate.
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