Nei giorni scorsi in un’inchiesta della tv fiamminga VRT emergeva l’incompetenza delle autorità belghe nel gestire l’emergenza in caso di attacchi terroristici. La domanda principale era la seguente: come mai dopo il primo attacco all’aeroporto di Zaventem la metropolitana e le stazioni ferroviarie di Bruxelles non sono state chiuse? Eppure, tra i due attentati, sono passati ben 73 minuti. E questa sarebbe stata la prima cosa da fare.
Dalle informazioni che abbiamo, l’ordine di chiudere la metropolitana e le stazioni sarebbe partita poco prima delle 9.00. Il presidente della Regione di Bruxelles-Capitale, Rudi Vervoort, infatti, ha spiegato che alle 8.59 in una telefonata con il centro di crisi veniva confermata la notizia. Così, però, non è stato. La metropolitana era ancora aperta. Fino alle 9.11, l’orario in cui il kamikaze si è fatto esplodere nella metropolitana vicino alla fermata Maelbeek.
Ma c’è di più. Oggi il settimanale Politico rilancia la notizia secondo la quale Jo Decuyper, il capo della polizia ferroviaria, non avrebbe letto una mail dove veniva ordinato di chiudere le stazioni della metro. La comunicazione, secondo quanto riporta la stampa belga, sarebbe stata recapitata nella mail personale e non in quella lavorativa. Il numero uno della polizia ferroviaria si è difeso spiegano che, “anche se avessi letto la mail e avessi avuto un pulsante per far evacuare tutti e chiudere le stazioni, non si sarebbe potuto evitare niente perché il tempo era comunque troppo poco”. Questo resta un punto interrogativo.
Non sappiamo neanche
come avrebbero reagito i terroristi in caso di una immediata evacuazione. Dai filmati, infatti, risulta che erano dentro dalle ore 08.50. Quello che è certo, però, è che la comunicazione tra le autorità è stata disastrosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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