Si fanno sempre più pressanti in Belgio le polemiche mediatiche causate dall'islam politico, tanto che ora sono le stesse autorità pubbliche a cercare di mettersi giuridicamente al riparo. È degli scorsi giorni la notizia che i quattro principali partiti francofoni hanno presentato in parlamento una proposta di revisione costituzionale per impedire la partecipazione alle elezioni di quei movimenti che mettono in discussione le libertà pubbliche. Pur senza essere mai esplicitamente citato, è chiaro che il riferimento è diretto nei confronti del partito "Islam" - acronimo di integrità, solidarietà, libertà, autenticità e moralità - fondato nel 2012 dall'ex autista di autobus Redouane Ahrouch e che si propone di instaurare la repubblica islamica in Belgio, con la conseguente adozione della Sharia. Islam, considerato vicino agli ambienti dello sciismo iraniano, aveva già dato modo di far parlare di se nell'aprile di quest'anno, quando il suo fondatore aveva proposto mezzi pubblici separati per uomini e donne allo scopo di proteggere queste ultime dai pericoli delle molestie sessuali: "Nelle ore di punta, alcune persone, soprattutto di origine straniera, approfittano del fatto che i veicoli siano pieni per appiccicarsi alle donne. Non sono solo le donne musulmane che si sentono umiliate. È la ragione per cui chiedo che gli uomini salgano davanti e le donne dietro". Durante questi sei anni di esistenza tuttavia, il partito non è riuscito a sfondare tra la popolazione belga di fede musulmana, racimolando solo due consiglieri comunali alle elezioni amministrative del 2012 e rimanendo al di sotto della soglia di sbarramento nelle successive tornate elettorali.
La proposta di legge, che mira al bando degli islamisti è stata portata avanti principalmente dai partiti dell'area francofona del paese: il Movimento Riformatore del Primo Ministro Charles Michel, il Partito Socialista dell'ex premier Elio di Rupo, i democristiani del Centro Democratico Umanista ed i regionalisti di DéFI (Democratici, Federalisti e Indipendenti). Una scelta che riflette le preoccupazioni dovute al maggiore radicamento che il partito Islam ha nella regione di Bruxelles Capitale, dove pur non raggiungendo risultati significativi un sondaggio Ipsos del giugno scorso lo dava a circa il due per cento delle preferenze, rimanendo invece irrilevante in Vallonia e nelle Fiandre.
Plausi all'iniziativa dei francofoni arrivano però anche da parte dei partiti di area fiamminga. Peter De Roover, capogruppo alla Camera dei Rappresentanti del partito conservatore Nuova Alleanza Fiamminga, ha infatti sottolineato: "Accogliamo favorevolmente la nuova convergenza nata tra i partiti francofoni ed auspichiamo una collaborazione costruttiva. La Sharia non è uno dei tanti modi di esercitare il potere all'interno del nostro sistema democratico, ma è un cambiamento del sistema stesso, sul quale non possiamo retrocedere".
Secondo De Roover inoltre, l'interdizione del partito Islam a partecipare alle elezioni sarebbe possibile facendo riferimento ad una sentenza del 2003 emessa dalla Corte Europea del Diritti dell'Uomo, che sostiene l'incompatibilità della legge islamica con l'ordinamento democratico.Nonostante le previsioni tuttavia, la proposta di legge rischia di non essere discussa ed eventualmente approvata in tempo per le prossime elezioni comunali del 14 ottobre, nelle quali secondo alcune rilevazioni il partito Islam potrebbe riuscire a far eleggere alcuni consiglieri.
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