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Belgorod e "tsunami radioattivo". L'asso nella manica di Putin

Entro l'estate, la Russia potrà contare sul sottomarino nucleare più potente al mondo: cos'è Belgorod e perché fa paura in caso la guerra in Ucraina si prolungasse

Belgorod e "tsunami radioattivo". L'asso nella manica di Putin

Anche e soprattutto via mare la Russia può essere molto pericolosa: se due giorni fa è scattato l'allarme di Kiev per una ventina di navi militari sul Mar Nero, inclusi sottomarini missilistici pronti a sferrare l'attacco dall'acqua, non sono nulla al cospetto del K-329 Belgorod, il più potente sottomarino nucleare costruito negli ultimi 30 anni, in pratica il più distruttivo che esiste nel mondo. È questa un'arma in più per l'esercito di Vladimir Putin che, tramite il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, ha fatto sapere che il rischio di una guerra nucleare è tutt'altro che un'ipotesi campata in aria. E nucleare non significa soltanto centrali di terra ma anche via mare.

Caratteristiche del Belgorod

Il K-329 Belgorod è un progetto modificato del sottomarino nucleare russo chiamato "Oscar II " dalla Nato. Originariamente era stato stabilito che fosse un sottomarino missilistico ma in seguito è stato ridisegnato e lo scafo è stato utilizzato per essere riconfigurato come mezzo per operazioni speciali e in grado di operare veicoli subacquei senza pilota. A causa della cronica mancanza di finanziamenti, la sua costruzione è stata sospesa e poi ripresa a un basso tasso di avanzamento prima di diventare il primo sottomarino russo di quinta generazione secondo quanto affermato dal Ministero della Difesa. Il K-329 Belgorod, insieme al drone sottomarino Poseidon, è stato uno degli ultimi sistemi d'arma presentati da Putin durante il suo discorso annuale il 1° marzo 2018. ll veicolo subacqueo ha una portata di 10mila km, può immergersi fino a una profondità di mille metri ed è progettato per fornire testate nucleari per la distruzione delle infrastrutture costiere come opzione di attacco nucleare.

Sei testate nucleari contemporaneamente

Secondo le pubblicazioni dell'agenzia di stampa statale russa Tass, i sottomarini Belgorod possono trasportare fino a sei Poseidon contemporaneamente: come abbiamo visto sul Giornale.it, si tratta di "siluro autonomo a propulsione nucleare intercontinentale" o, più semplicemente, un drone sottomarino nucleare che possiede un enorme siluro che può distruggere in pochissimo tempo le città costiere. Come ricorda IlMessaggero, poi, è lungo 180 metri, come propulsione ha due reattori nucleari e può arrivare ad una velocità anche maggiore di 30 nodi. Belgorod possiede anche la capacità di contenere altri sottomarini nuclerari di dimensioni ridotte che sono stati realizzati per missioni nelle profondità dei mari.

La minaccia marina di Putin

"Il trasferimento del sottomarino nucleare Belgorod alla flotta è previsto per l’estate del 2022", scrive Tass. Insomma, a breve questi mostri del mare saranno in acqua: cosa accadrà se la guerra si protrarrà per altri mesi? Di sicuro, l'esercito russo potrà tornare a minacciare Ucraina e Occidente con questo "asso" della tecnologia, se fosse necessario. Ecco perché è fondamentale, nel più breve tempo possibile, arrivare a una trattativa che scongiuri per sempre l'uso improprio di questo sottomarino nelle acque del Mar Nero ma anche del Mediterraneo. In ogni caso, la minaccia esiste già con il Poseidon, in grado di distruggere le grandi città portuali di fondamentale importanza per l'industria e il commercio.

Un'eventuale esplosione spazzerebbe le acque del Mar Nero e le città dell'Ucraina meridionale sarebbero sommerse da onde altissime in grado di distruggere ciò che incontrano nel loro cammino. Come è possibile? Semplice, l'onda d'urto dell'esplosione nucleare creerebbe facilmente uno tsunami di proporzioni gigantesche. Molti esperti credono che le onde potrebbero essere alte decine di metri, l'altezza di interi palazzi, radendo al suolo qualsiasi cosa. Come si legge sul Corriere, si svilupperebbe uno tsunami "radioattivo" pronto a seppellire anche un’intera metropoli e tutta la zona intorno ad essa.

La cosa ancora più tragica è che non sarebbe rilevato dai satelliti e, di conseguenza, la popolazione non riuscirebbe ad essere avvisata in tempo "garantendo una carica mortale lenta e inevitabile", aveva spiegato H.I. Sutton, tra i più esperti di sottomarini e autore di Covert Shores.

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