In Germania si è recentemente innescata una forte polemica a causa della decisione di una scuola materna di Berlino di negare l’iscrizione al figlio di un esponente del partito nazionalista AfD.
Il preside dell’istituto per l’infanzia ha infatti in questi giorni comunicato ai genitori del bambino che la “stragrande maggioranza” dei docenti della struttura si sarebbe espressa contro l’ammissione di quest’ultimo. Secondo i media tedeschi, gli insegnanti avrebbero indicato, quale principale ragione del rifiuto, l’“insanabile contrasto” tra le opinioni politiche nutrite dal padre del minore e la “filosofia ispiratrice” della scuola, incentrata sui “valori della pace e dell’accoglienza”.
La decisione dei responsabili della struttura privata ha provocato la dura reazione del genitore, rimasto anonimo. L’esponente di AfD ha subito definito tale responso “palesemente discriminatorio” e lo ha poi etichettato come una vera e propria “ritorsione politica”. Egli ha tuonato: “Il provvedimento ostile adottato dai rappresentanti della scuola nei riguardi di mio figlio viola platealmente la normativa nazionale sull’accesso all’istruzione. La legge vieta a dirigenti e insegnanti di praticare ogni forma di discriminazione durante l’esame delle istanze di iscrizione. A quanto pare, i responsabili di questa struttura si considerano superiori al dettato normativo.”
Anche i vertici nazionali della formazione nazionalista hanno rivolto feroci critiche alla dirigenza dell’istituto di Berlino. Ad esempio, Alexander Gauland, uno dei leader del partito al Bundestag, ha intimato al preside e agli insegnanti di “tenere fuori la politica dalle aule scolastiche”. Egli ha quindi accusato i docenti del Paese di volere "inculcare" negli studenti di tutte le età “l’odio verso i valori propugnati da AfD”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la socialdemocratica Sandra Scheeres, ministro dell’Educazione del Land di Berlino.
La donna, dopo avere definito “inqualificabile” la condotta osservata dal preside e dai docenti dell’istituto privato, ha annunciato di avere disposto “accertamenti” a carico di questi ultimi. La Scheeres ha quindi affermato: “Ogni bambino ha il diritto di accedere ai servizi educativi senza subire discriminazioni motivate dalle idee politiche dei genitori.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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