Biden dalle truppe a 100 km dal confine. Apre all’uso dell’atomica "in casi estremi"

Dopo i vertici Ue, il volo per ringraziare i militari: "Qui è in ballo la democrazia nel mondo". Lo spiraglio sul deterrente nucleare

Biden dalle truppe a 100 km dal confine. Apre all’uso dell’atomica "in casi estremi"

New York. Dopo la maratona di vertici a Bruxelles, Joe Biden è volato in Polonia per visitare le truppe americane e affrontare la crisi dei rifugiati. Il presidente americano si è recato a Rzeszow, a circa 100 chilometri dal confine con l'Ucraina, per incontrare i soldati dell'82/ma divisione aviotrasportata, impegnati nel rafforzamento del fianco orientale della Nato. «State aiutando l'Europa a ritrovare la sua fiducia», ha detto alle truppe, con cui si è fermato a mangiare un trancio di pizza, chiacchierare e fare qualche foto. L'esercito Usa «è la forza combattente migliore nella storia del mondo», ha detto loro Biden, ringraziandoli «personalmente» per quello che fanno. «La posta in gioco non è solo la difesa dell'Ucraina, ma la democrazia nel mondo - ha aggiunto - siamo nel mezzo di una battaglia tra democrazie e autocrazie. La posta in gioco è ciò che avranno i vostri figli e nipoti in termini di libertà». Poi ha raccontato una breve storia di quando da vicepresidente andò a Bagdad, dove era di stanza il figlio (deceduto) Beau, maggiore del Delaware Army National Guard.


Nel periodo precedente l'invasione russa, Biden ha inviato più di 5.500 truppe aggiuntive per rafforzare la presenza militare sul fianco orientale della Nato, anzitutto per inviare un messaggio a Vladimir Putin di non prendere in considerazione alcuna azione militare diretta contro un membro dell'alleanza. Ma anche per aiutare i funzionari polacchi a prepararsi per quella che si aspettavano sarebbe stata un'ondata di rifugiati in caso di invasione. E la migrazione di massa si è poi rivelata essere più ampia e rapida di quanto la maggior parte degli analisti avesse previsto. Dopo aver visitato le truppe Biden ha partecipato a un briefing sulla crisi umanitaria ucraina con il presidente polacco Andrzej Duda (arrivato in ritardo per un atterraggio di emergenza del suo aereo). «Parte della mia delusione è che non riesco a vedere la crisi in prima persona come ho fatto in altri luoghi - ha ammesso - Non mi lasciano, comprensibilmente immagino, attraversare il confine e vedere cosa sta succedendo in Ucraina». La Polonia ha accolto oltre 2,23 milioni dei circa 3,7 rifugiati che sono fuggiti dalla guerra nelle ultime quattro settimane. In serata Biden è poi partito per Varsavia, dove oggi ha in programma un bilaterale con Duda, ultimo atto del suo viaggio europeo.


Nel frattempo, l'inquilino della Casa Bianca ha fatto un passo indietro rispetto ad una delle promesse della campagna elettorale, aprendo alla possibilità di un uso delle armi nucleari in «circostanze estreme». Un cambio di rotta che secondo il Wall Street Journal è avvenuto dopo la pressione da parte degli alleati nelle ultime settimane. Il presidente avrebbe così deciso di sposare nuovamente il tradizionale approccio americano, che prevede l'uso della minaccia di una risposta nucleare come deterrente anche per i pericoli convenzionali e non nucleari. La Casa Bianca ha usato una formula studiata accuratamente, affermando che il «ruolo fondamentale» dell'arsenale atomico statunitense sarà quello di scoraggiare gli attacchi nucleari, lasciando di fatto aperta la porta alla possibilità di un suo uso in «circostanze estreme» come deterrente per le armi convenzionali, biologiche, chimiche e forse per i cyber-attacchi. Secondo fonti dell'amministrazione citate dal Wsj, il cambio di rotta non sminuisce l'obiettivo di lungo termine di Biden di ridurre la dipendenza dalle armi nucleari, ma riflette il bisogno di rafforzare il sostegno di fronte alle minacce della Russia e all'ascesa della Cina.

Durante la campagna elettorale del 2020, l'allora candidato democratico aveva detto che il «solo principio dell'arsenale nucleare» sarebbe dovuto essere quelle di deterrenza a un attacco nucleare, e se necessario in ritorsione.

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