Avevano pensato di fuggire in moto, come si racconta che abbia fatto il mullah Omar ai tempi dell’assedio americano all’Afghanistan dei talebani, nel 2002. Però l’esercito nigeriano ha anticipato le (ultime e disperatissime) mosse dei terroristi di Boko Haram e ha scoperto in un villaggio nei pressi della foresta di Sambisa un deposito di quasi cento motociclette.
Nella rete dei militari sono finiti - mercoledì scorso - quattro uomini, ritenuti affiliati all’organizzazione jihadista federata al sedicente stato islamico dell’Isis. I terroristi sono stati fermati nei pressi del villaggio di Madaki, nello Stato del Borno dove ancora bruciano gli ultimi focolai del terrore islamista. I quattro, poco fuori dal villaggio, avrebbero gestito un vero e proprio garage del jihad, in cui c’erano oltre cento motociclette.
Secondo i militari nigeriani, le moto sarebbero servite agli ultimi fanatici per ricavarsi una via di fuga dalla foresta di Sambisa, dopo la presa da parte delle forze governative del Campo Zairo, roccaforte di Boko Haram, conquistata dall’esercito alla fine di dicembre.
L’operazione dei militari ora rischia di assestare un colpo decisivo a Boko Haram non solo sull'aspetto logistico ma soprattutto sotto il profilo dell’immagine. Il jihad nigeriano, infatti, s’era fatto vanto di utilizzare mezzi come moto e quad per muoversi con velocità e agilità sul terreno difficile e accidentato delle foreste da loro controllate. Le moto, poi, servivano ai terroristi anche per colpire al di là del loro consueto raggio d’azione oppure per eludere i controlli e i posti di blocco sulle strade principali.
E (anche) grazie a queste davano l'impressione di poter colpire chiunque e ovunque.Ad agosto scorso un attacco suicida al mercato di Mora all’estremo nord del Camerun causò la morte di tre persone, compreso il kamikaze che aveva raggiunto la fiera proprio a bordo di una motocicletta.
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