Bolsonaro cerca voti tra i cattolici, ma i vescovi "tifano" Lula

Il presidente uscente ha dalla sua evangelici e pentecostali, ma punta a recuperare consensi nella comunità cattolica per sconfiggere Lula. Nel farlo, però, si mette contro la Chiesa brasiliana, con cui ci sono vecchie ruggini

Bolsonaro cerca voti tra i cattolici, ma i vescovi "tifano" Lula

In vista del ballottaggio del 30 ottobre, il Brasile si ritrova ancora più spaccato di ciò che traspare dall'esito del primo turno dello scorso 2 ottobre. A sorpresa rispetto a quanto annunciato dai sondaggi, sono stati solo cinque i punti percentuali che hanno diviso l'uscente Jair Bolsonaro dall'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, detto semplicemente Lula.

La divisione del Paese è ben rappresentata dalla distribuzione dei voti nelle presidenziali: da un lato il boom di voti del candidato di sinistra nel Nord-Est, dall'altro l'inaspettata tenuta dell'ex capitano dell'esercito nel Centro-Sud. Ma nella forte polarizzazione che ha connotato il primo turno delle presidenziali brasiliane sembra aver giocato un ruolo non irrilevante anche la componente religiosa. I sondaggi, infatti, confermano che nelle intenzioni di voto Lula continua ad essere il candidato più seguito nell'elettorato cattolico mentre Bolsonaro è nettamente più avanti tra evangelici e pentecostali. Una recente rilevazione dell'istituto Datafolha segnala che il 57% degli elettori cattolici sarebbero pronto a votare Lula mentre nell'elettorato evangelico, il presidente uscente avrebbe ampliato il suo vantaggio, passando dal 62% al 65%.

La remuntada di Bolsonaro, dunque, non può fare a meno di un recupero di consensi nella comunità cattolica brasiliana, la più numerosa del mondo. L'ex militare sembra essersene accorto e nelle scorse settimane ha partecipato al pellegrinaggio fluviale in occasione della festa che attira più di due milioni di devoti, la Círio de Nossa Senhora de Nazaré sul fiume nella città di Belém, nel Pará. Inoltre, il presidente non ha mancato di visitare il santuario nazionale di Aparecida partecipando nel pomeriggio alla recita del rosario e concedendosi un passaggio presso la Tenda dei Pellegrini, dove trovano accoglienza i fedeli nel giorno della festa della patrona del Brasile, Nostra Signora di Aparecida.

I due blitz del presidente hanno indispettito l'episcopato brasiliano, mettendo in evidenza il difficile rapporto che esiste tra i vertici della Chiesa cattolica e l'attuale amministrazione. Pochi giorni prima del pellegrinaggio fluviale, l'annunciata presenza di Bolsonaro era stata criticata dall’arcivescovo metropolita di Belém, dom Alberto Taveira Corrêa, che in una nota aveva affermato di voler impedire qualsiasi uso di natura politica o partigiana” dell'evento religioso. Per la visita nel santuario mariano di Aparecida, l'arcivescovo metropolita locale, dom Orlando Brandes, che già aveva polemizzato con le politiche del governo, ha sentito l'esigenza di chiarire che avrebbe fatto tutto il possibile per garantire che nessun fedele venisse influenzato dalla presenza del presidente. Contro la strategia bolsonarista si è mossa direttamente la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile che in una dichiarazione ha espresso rammarico per "l'intensificarsi dello sfruttamento della fede e della religione come mezzo per raccogliere voti nel secondo turno" aggiungendo che "i momenti specificamente religiosi non possono essere utilizzati dai candidati per presentare le loro proposte elettorali e altre questioni relative alle elezioni".

Già negli anni scorsi, le ruggini con l'episcopato carioca non avevano lasciato indifferenti gli aficionados del presidente. Federico d'Avila, deputato dello Stato di San Paolo, aveva insultato in un intervento pubblico l'arcivescovo Brandes, la Conferenza episcopale e persino papa Francesco. In questi giorni i sostenitori di Lula hanno avuto gioco facile a riprendere sui social il vecchio video per accusare i bolsonaristi di non rispettare il capo della Chiesa cattolica, accompagnandolo spesso con la foto di Jorge Mario Bergoglio ritratto accanto al candidato della sinistra.

Il rapporto tra l'amministrazione uscente e il pontefice regnante non è stato certamente idilliaco, tant'è vero che Bolsonaro non ha incontrato Francesco nonostante una visita ufficiale a Roma per il G20 del 2021. Tensioni ci sono state in occasione del Sinodo sull'Amazzonia, con il presidente determinato a respingere quelle che riteneva "interferenze" straniere su una questione d'interesse prettamente nazionale.

Al contrario, Francesco ha dimostrato una certa benevolenza nei confronti del suo rivale Lula a cui avrebbe regalato un rosario durante la sua detenzione nel carcere di Curitiba e che ha poi ricevuto più di due anni fa a Roma, dopo il suo rilascio. Un'udienza che gli è valsa quella photo opportunity su cui sembra puntare la macchina propagandistica lulista per blindare i consensi nell'elettorato cattolico al secondo turno e fermare la rincorsa di Bolsonaro.

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