Boris Johnson è ufficialmente guarito: il test che aveva effettuato prima di essere dimesso dall'ospedale è risultato negativo. Fino a questo momento non c'era stata alcuna conferma ufficiale da parte dello staff del premier britannico che è arrivata soltanto poche ore fa.
“Sì, posso dire che il primo ministro è risultato negativo, del resto questa è la procedura adottata in Regno Unito prima di esser dimessi dall’ospedale”, ha dichiarato a Repubblica il portavoce ufficiale del premier britannico.
"It's hard to find the words"
"È difficile trovare le parole per esprimere la mia gratitudine al servizio sanitario nazionale per avermi salvato la vita", sono state queste le prime parole di Johnson appena rientrato nella sua residenza dopo i giorni difficili trascorsi al St Thomas Hospital, di cui tre in terapia intensiva. La gratitudine è ovviamente riferita ai medici che lo hanno curato, ringraziandoli per avergli salvato la vita.
It is hard to find the words to express my debt to the NHS for saving my life.
— Boris Johnson #StayHomeSaveLives (@BorisJohnson) April 12, 2020
The efforts of millions of people across this country to stay home are worth it. Together we will overcome this challenge, as we have overcome so many challenges in the past. #StayHomeSaveLives pic.twitter.com/HK7Ch8BMB5
"Poteva accadere di tutto"
"Ci sono state 48 ore in cui sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa”, ha affermato il premier britanico. Fortunatamente, la sua degenza è stata meno lunga di tanti altri sfortunati pazienti in giro per il mondo. Nella giornata di ieri è rientrato nella sua "casa", più che altro la magnifica Chequers, residenza estiva dei primi ministri di Chequers insieme alla “first fidanzata” e futura moglie Carrie Symonds, incinta di sette mesi e anche lei in fase di guarigione dopo alcuni sintomi da Covid nei giorni scorsi.
La malattia
Johnson era risultato positivo all’infezione il 27 marzo scorso: da quel giorno si era isolato a Downing Street ma aveva continuato a lavorare tanto da aver presieduto le riunioni del governo in videoconferenza. In seguito, l'aggravarsi dei sintomi lo hanno costretto al ricovero ospedalierio appena pochi minuti prima di un raro messaggio televisivo della Regina Elisabetta alla nazione. Dopo un ulteriore peggioramento delle condizioni, lunedì scorso era stato trasferito in terapia intensiva da dove è uscito tre giorni dopo, giovedì.
I ringraziamenti di Johnson
Nel video di ieri il premier, visibilmente provato e pallido, ha ringraziato tutti i medici e la “meravigliosa" sanità pubblica britannica che “mi ha salvato la vita”. In particolare, Johnson si è soffermato su due infermieri che “sono stati al mio fianco ogni secondo e senza di loro non sarei qui: Jenny dalla Nuova Zelanda e Luis, dal Portogallo”: le persone oggetto di ringrazimento sono la neozelandese Jenny McGee e il giovane portoghese Luis Pitarma, soprannominati gli “angeli di Boris”, come li ha definiti il tabloid britannico The Sun.
Il Prof. Camporota nello staff ospedaliero
Non dimentichiamoci che, dell'equipe medica che ha curato Johnson, fa parte anche il nostro Prof.
Luigi Camporota, eccellenza italiana nel campo delle malattie respiratorie. Catanzarese di nascita, il50enne medico lavora da 15 anni nei reparti di terapia intensiva del St Thomas, probabilmente la migliore struttura del Regno Unito anti-Covid.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.