Al congresso del Partito conservatore britannico, a Birmingham, prende la parola il primo ministro Theresa May. Ovviamente al primo posto, nel suo intervento, c'è Brexit. "Controllando le frontiere" del Regno Unito, spiega, potremmo restituire a Londra il potere di decidere chi entri nel Paese, "la libertà di movimento finirebbe una volta per tutte" e "introdurremmo un sistema basato sulle competenze di chi arriva, non sulla nazione di provenienza". May ha aggiunto che l’immigrazione ha "dato un grande contributo" al Regno Unito, e continuerebbe a farlo.
"In un negoziato - prosegue - se non puoi accettare proponi un’alternativa, ed è cio che abbiamo fatto". Il primo ministro ha difeso il cosiddetto "piano Chequers", proposto da Londra a Bruxelles. E sui negoziati ha aggiunto: "Tratterò l’Unione europea con nient’altro che rispetto. Il Regno Unito si aspetta la stessa cosa".
"Nessuno vuole un buon accordo più di me" sulla Brexit, ma "non un accordo a ogni costo", ha aggiunto la May. "Il Regno Unito non ha paura di uscire senza accordo, se deve farlo. Ma abbiamo bisogno di essere onesti", senza un’intesa con Bruxelles ci sarebbero difficoltà, tra cui i dazi. Tuttavia, ha proseguito, il Regno Unito riuscirebbe ad andare avanti e prosperare, grazie alla sua "resilienza".
May ha poi assicurato che i sudditi di Sua Maestà non saranno chiamati a un nuovo referendum: "Il voto popolare c'è già stato". Ed ha aggiunto, a proposito di un secondo referendum: "Lo chiamano voto popolare, ma abbiamo già avuto un voto popolare e il popolo ha scelto di lasciare. Sarebbe un voto politico: i politici hanno detto alla gente che ha sbagliato la prima volta, e deve scegliere di nuovo".
"Se i Tory non supereranno le loro divisioni - ha aggiunto May - rischiamo di finire senza una Brexit, del tutto". May ha sottolineato l’importanza per il partito di rimanere unito, perché l’opposizione - il Labour, che punta a elezioni anticipate - "accetterebbe qualunque accordo" voluto da Bruxelles, senza tenere conto di quanto sia svantaggioso per Londra e respingerebbe ogni accordo da lei presentato.
"Corbyn appalterebbe sicurezza al Cremlino"
Il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, "appalterebbe" la sicurezza nazionale al Cremlino. Theresa May ha raccontato che i momenti più difficili del suo mandato sono stati proprio quelli, in cui ha dovuto prendere decisioni sulla sicurezza del Paese; per esempio, nell’ordinare la rappresaglia agli attacchi chimici di Assad in Siria o quando ha espulso un gruppo di diplomatici russi, in seguito all’avvelenamento dell’ex spia Serghei Skripal, avvenuto con agente nervino a Salisbury. "In parlamento ho ricevuto sostegno quasi universale", ha ricordato, tranne che da Jeremy Corbyn, il quale ha rifiutato di puntare il dito contro Mosca per l’attentato con agente chimico su suolo britannico.
Corbyn "pensa che una Nato forte provochi la Russia, mentre è invece garanzia della nostra libertà e sicurezza". Ed ha sentenziato: "Non possiamo appaltare la nostra coscienza al Cremlino". Questa frase ha raccolto un lungo applauso.
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