È allarme in Canada a causa del propagarsi di una malattia "nuova e misteriosa", con sintomi simili a quelli della cosiddetta "mucca pazza" e che ha già provocato più di 40 infezioni tra i cittadini e 5 decessi. La sindrome sconosciuta colpirebbe le facoltà neuronali delle persone e, per il momento, i contagi sarebberlo limitati alla costa est del Paese, in particolare nella provincia del New Brunswick. Secondo i dati preliminari, la malattia in questione colpirebbe tutte le fasce di età.
A detta delle autorità sanitarie canadesi, le persone colpite sono almeno 43, con sintomi che assomigliano all’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), il morbo della mucca pazza appunto. Nonostante le somiglianze, i funzionari sanitari ritengono però che non si tratti di BSE né di altre malattie dovute all'azione di prioni. La misteriosa infezione ha causato ai soggetti contagiati, nel giro di 18-36 mesi, sintomi sempre più gravi, come cambiamenti del comportamento, problemi di coordinazione dei movimenti, dolori inspiegabili e allucinazioni visive. Andando a controllare gli archivi epidemiologici, le autorità locali hanno scoperto che un primo caso di infezione compatibile con la recente sindrome sarebbe stato accertato nel Paese nel 2015.
Diversi laboratori di ricerca sono al lavoro per cercare di identificare, nel più breve tempo possibile, la malattia e le sue possibili cause. Secondo i dati preliminari di un gruppo di esperti guidato dal neurologo Alier Marrero, accademico in servizio presso una delle principali università del New Brunswick, non si tratterebbe di una sindrome genetica e potrebbe venire contratta dall’acqua, dal cibo o dall’aria. Dagli accertamenti finora effettuati è emerso sempre più il carattere completamente ignoto della sindrome apparsa ultimamente nell'est del Canada. "È qualcosa di inaspettato per me, francamente”, ha commentato esterrefatto il professor Marrero, all'indomani delle prime analisi su campioni biologici dei soggetti infettati.
Una prima spiegazione avanzata dagli esperti in merito alle cause dei focolai è che, dato che al momento i casi sembrano essere limitati ad alcune aree, c'entrerebbe una tossina ambientale: “Alcune ipotesi sugli agenti patogeni responsabili", ha evidenziato il dottor Neil Cashman, della British Columbia University, "includono la B-metilammino-L-alanina (BMAA) e l’acido domoico, entrambe tossine che a volte si accumulano nei pesci e nei crostacei”.
Tuttavia, lo stesso accademico ha sottolineato che tale sua spiegazione è al momento solo una semplice supposizione e che l’identificazione della vera causa potrebbe richiedere tempo: “È possibile che le indagini in corso ci rivelino la causa in una settimana, così come è possibile che per scoprirla occorra anche un anno”.
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