"Licenziati il giorno dell'ultimo saluto alla Regina": la mossa falsa di Carlo

Il regno di Carlo III sembrerebbe iniziare sotto una cattiva stella, a causa del provvedimento di licenziamento che ha colpito molti dipendenti storici di Clarence House

"Licenziati il giorno dell'ultimo saluto alla Regina": la mossa falsa di Carlo

Quando era ancora principe di Galles Carlo III aveva già in mente l’impostazione che avrebbe dato al suo regno, in particolare i cambiamenti che avrebbe attuato all’interno della royal family una volta salito al trono. Per mesi la stampa ha parlato di una monarchia “snella”, cioè meno membri senior rispetto al passato, a cui sarebbe stata affidata l’intera mole di lavoro al servizio della Corona. Una decisione storica, forse indotta anche dalla Megxit, oltre che dal bisogno di ridurre gli sprechi. Tuttavia nessuno si sarebbe aspettato che i tagli colpissero i dipendenti di Clarence House, persone che hanno lavorato per decenni accanto al nuovo sovrano. Non un bel modo di iniziare una nuova era regale.

Lettere di licenziamento

Il Guardian riporta la clamorosa notizia: Carlo III avrebbe già licenziato decine di collaboratori che lo hanno servito fedelmente per anni e che in questi giorni hanno lavorato anche 24 ore su 24 per garantire che la successione al trono avvenisse senza imprevisti di sorta. Alcuni membri dello staff del re gli sarebbero stati vicini addirittura per decenni, seguendolo passo dopo passo quando era ancora principe di Galles.

A quanto sembra le lettere di licenziamento sarebbero arrivate a destinazione lo scorso lunedì 12 settembre, mentre a Edimburgo, nella Cattedrale di St. Giles, era in corso la messa di ringraziamento per la regina Elisabetta. Un tempismo molto discutibile, tanto da far definire la decisione di Carlo "senza cuore" , come riportato ancora dal Guardian. Una fonte ha rivelato al Guardian tutto lo sconcerto e la rabbia dei lavoratori licenziati su due piedi, secondo le ricostruzioni: “Tutti sono assolutamente lividi. Tutto lo staff è rimasto a lavorare tardi ogni sera fin da giovedì scorso. La gente è visibilmente scossa”.

Carlo III rinnova la monarchia, ma a che prezzo?

La motivazione dietro a questi licenziamenti starebbe nel trasferimento degli uffici del sovrano da Clarence House, sua residenza ufficiale fino alla morte della regina Elisabetta, lo scorso 8 settembre, a Buckingham Palace, la sede ufficiale dei monarchi inglesi. Una parte dello staff non sarebbe più necessaria, visto che il Palazzo reale ha già una squadra di collaboratori a disposizione. Fino a poche ore fa non era ancora sicuro che il nuovo monarca avrebbe traslocato nel cuore di Londra. Infatti Carlo non amerebbe Buckingham Palace: la ragion di Stato, però, avrebbe avuto la meglio e si starebbero già delineando i nuovi equilibri della vita e del lavoro del figlio della defunta Regina. In una lettera allo staff il segretario privato del re, Sir Clive Alderton avrebbe specificato che Clarence House sarà “chiusa”, dunque i tagli si sarebbero resi “inevitabili”.

La brutta notizia, però, è accompagnata da una precisazione in parte positiva: il sovrano starebbe ancora riflettendo sul nuovo assetto del suo team, tentando di ricollocare una parte delle persone licenziate. Carlo potrebbe affidare loro nuovi ruoli, nuove mansioni e non necessariamente a Buckingham Palace. Sembra, infatti, che alcuni collaboratori andranno a lavorare per altri esponenti della royal family, altri verranno aiutati a cercare un nuovo lavoro e altri ancora riceveranno generose donazioni. Non verranno toccati, sempre secondo il Guardian, gli impiegati che lavorano a stretto contatto con Carlo. Del resto dovrebbe trattarsi di persone molto fidate, di un team ormai affiatato e sarebbe uno spreco di tempo e risorse ricostruirlo ex novo. Ma sarebbero a rischio segretari particolari, responsabili della comunicazione, domestici e e l’ufficio finanziario.

Al servizio di re Carlo III lavorano, come spiega Il Corriere, 101 persone: tra gli altri 31 addetti alla segreteria privata, 31 alla tesoreria, 12 all’ufficio stampa più un piccolo esercito di 4 cuochi, 3 valletti, 2 maggiordomi. La regina Elisabetta aveva al suo servizio circa 500 persone, ma non è detto che Carlo non scelga di ampliare il suo staff nel tempo. Nonostante la possibilità di ricollocazione, di nuovo impiego e le liquidazioni, però, resta una macchia sulla nascita del regno di Carlo. Viene da chiedersi se sia ancora possibile salvare tutti i lavoratori.

In fondo da ora in poi, per esempio, i nuovi principi di Galles avranno ancora più impegni da rispettare e un aiuto in più sarebbe importante. Certo, questa visione non ha nulla a che vedere con la mentalità imprenditoriale, in particolare con quella dei Windsor, però ha impatto sull’immagine della Firm. Una cosa da non sottovalutare.

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