"L'adesione piena all'Unione europea resta un obiettivo strategico", ha detto ieri il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, prima di mettersi in viaggio alla volta di Varna, in Bulgaria, per incontrare il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Ma il vertice si è chiuso con un nulla di fatto. “Nessun compromesso” è stato raggiunto tra il Sultano e i rappresentanti di Bruxelles sui temi in discussione: la ripresa del negoziato per l'accesso della Turchia nell'Ue, l'abolizione dei visti verso l’Europa per i cittadini turchi e il rafforzamento dell'unione doganale. Da parte sua, l’Unione europea ha espresso preoccupazione per la detenzione di cittadini europei in territorio turco, per il blocco dei giacimenti al largo di Cipro e per il proseguimento delle operazioni militari di turche in Siria.
E così, nei fatti, Ankara è sempre più lontana da Bruxelles e dall’Alleanza Atlantica. E sempre più vicina a Mosca. Oggi il governo turco ha infatti informato gli alleati della Nato che non seguirà la decisione di espellere, in solidarietà con la Gran Bretagna per il caso Skripal, alcun membro del personale diplomatico russo di stanza in Turchia. L’annuncio dell’espulsione di decine di funzionari russi dal territorio di 14 Stati membri dell’Unione europea, più Ucraina, Stati Uniti, Canada e Australia, era arrivata ieri, proprio a margine del vertice Ue-Turchia di Varna.
"Ci sono relazioni buone e positive tra Turchia e Russia”, ha chiarito il portavoce del governo turco, Bekir Bozdag. “In questo senso, la Turchia non sta prendendo in considerazione l'adozione di alcuna decisione contro la Russia", ha reso noto Bozdag, citato dall’agenzia di stampa turca Anadolu. Per Ankara il caso della ex spia russa e di sua figlia, avvelenati con il gas nervino a Salisbury, nel Regno Unito, resta, quindi, soltanto “una questione bilaterale fra Londra e Mosca”.
Dopo una fase turbolenta nelle relazioni bilaterali, seguita all’abbattimento del Su-24 russo al confine turco-siriano nel 2015, da mesi la Turchia da mesi coopera con la Russia nella lotta contro lo Stato Islamico
ed altri gruppi terroristici in Siria. Assieme a Mosca e Teheran, inoltre, è garante del “cessate il fuoco” nel Paese e dell’applicazione dell'accordo delle cosiddette zone di "de-escalation", compresa la Ghouta orientale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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