La Catalogna le spalle all'indipendenza. I catalani non vogliono più divorziare da Madrid ma restare sotto il regno di Felipe VI. È questo, almeno, il primo dato che si può dedurre dall'ultimo sondaggio del Centro studi di opinioni dipendente direttamente dalla Generalitat: il 49,9% degli intervistati è contrario all'indipendenza, mentre il 41% è favorevole. Il 9,5% sarebbe invece ancora indeciso.
Poco più di un anno fa le percentuali erano quasi invertite, con il 47,7% favorevole alla creazione di uno Stato catalano autonomo e il 42,4% contrario. Ora, con più di 8 punti percentuali di distacco a favore del "no", per i secessionisti si fa davvero dura: è il maggior distacco dal dicembre 2014, quando vennero avviate per la prima volta le rilevazioni trimestrali.
Si tratta di dati particolarmente significativi perché ci troviamo ormai a poco più di due mesi di distanza dal referendum del 1 ottobre, quando gli elettori catalani dovrebbero essere chiamati ad esprimersi sull'ipotesi di un divorzio da Madrid. In ogni caso, come ha ricordato anche il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, si tratterebbe di una consultazione non vincolante, perché non è prevista dalla Costituzione.
Appena quattro giorni fa il capo della polizia regionale Albert Battle era stato costretto a dimettersi dopo gli attacchi seguiti al suo rifiuto di impiegare gli agenti per garantire la sicurezza durante le operazioni di voto del referendum. Venerdì scorso invece era stato il responsabile degli affari interni della giunta regionale a lasciare, anche in quel caso per la sua contrarietà a coinvolgere la polizia nella gestione della consultazione referendaria: il presidente secessionista Carlos Puigdemont aveva destituito i membri dell'esecutivo considerati troppo timidi in materia.
Puigdemont, nonostante i risultati del sondaggio pubblicato oggi, sembra intenzionato a proseguire nella propria missione e a celebrare un referendum simile a quello che nel 2014 vide la sconfitta degli indipendentisti scozzesi.
Il governo di Madrid ha garantito che il referendum non sarà celebrato. Ma sembra che anche nel caso che dovesse esserlo, i numeri per l'indipendenza non ci sarebbero. E il segnale politico per i secessionisti sarebbe devastante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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