Un veterano della Siria al fronte ucraino: Putin chiama Dvornikov

La sua nomina, secondo fonti russe citate dalla Bbc, costituirebbe un "cambio di passo" nella strategia di Mosca in Ucraina

Un veterano della Siria al fronte ucraino: Putin chiama Dvornikov

Per il momento non ci sono state conferme ufficiali da Mosca, ma stando a diverse fonti occidentali definite “accreditate e affidabili” dalla Bbc, dal Cremlino è arrivato l'ordine del cambio ai vertici della missione in Ucraina. Dai prossimi giorni dovrebbe essere il generale Alexander Dvornikov a guidare i militari russi impegnati in guerra.

Lo sguardo sarebbe caduto su di lui in primo luogo per la sua esperienza in Siria. Dvornikov è infatti indicato come tra i principali veterani dell'operazione condotta da Mosca al fianco dell'esercito siriano a partire dal settembre 2015. Un'operazione che è ancora in corso ma che ha raggiunto il suo principale scopo: mantenere il presidente Bashar Al Assad al potere.

Una missione quindi coronata da successi e che ha permesso ai russi di preservare l'integrità di un governo alleato nella delicata regione mediterranea. Mosca adesso, dopo le gravi perdite subite e dopo il ritiro da Kiev, vorrebbe ricalcare i successi siriani in terra ucraina.

“Dvornikov ha una enorme esperienza derivante dalle operazioni russe in Siria – ha dichiarato una fonte russa alla Bbc – da lui ci aspettiamo un miglioramento nella fase di comando e il controllo generale delle truppe russe in Ucraina”.

E in effetti una delle preoccupazioni più importanti dei russi in questo primo mese e mezzo di guerra ha riguardato proprio la struttura di comando delle operazioni, giudicata troppo dispersiva e poco funzionale. Il numero così elevato di generali morti sul campo non sarebbe casuale. Una volta messo piede in Ucraina, i russi avrebbero eccessivamente “allungato” le linee costringendo molti generali a fare la spola tra il fronte più avanzato e le retrovie.

Questo ha creato, tra le altre cose, una dispersione della catena di comando e una comunicazione tra le linee e i vari reparti giudicata poco funzionare. Dvornikov è quindi stato chiamato per mettere in qualche modo “ordine” all'interno delle truppe.

La sua esperienza in Siria per il Cremlino sarebbe una primaria fonte di garanzia. Qui il generale ha operato per diversi anni ed è stato tra gli artefici dell'organizzazione della macchina militare russa nel Paese mediorientale. Nel marzo 2016, proprio per il suo ruolo in Siria, è stato insignito del titolo di “eroe della federazione russa”.

Un riconoscimento giustificato soprattutto per le sue doti mostrate al comando. La qualità quindi principale richiesta da Putin per un cambio di passo delle operazioni in Ucraina. La nomina di Dvornikov potrebbe essere un segno di come per Mosca adesso è tempo di pensare alla missione in Ucraina come a una guerra.

Un termine censurato in Russia, ma che è stato indubbiamente evocato al Cremlino nel momento di nominare Dvornikov. Un generale che ha già guidato delle truppe in guerra e che ha già fatto una guerra e che adesso deve riorganizzare un esercito che in Ucraina era quasi convinto di non dover combattere.

La missione del generale è molto chiara: accelerare sui piani militari e portare a casa

significativi risultati nel Donbass in vista del 9 maggio. Il giorno cioè della parata in ricordo della vittoria militare nella seconda guerra mondiale. Una parata in cui Putin vorrà celebrare almeno un successo.

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