A Yavoriv si fa ancora la conta dei danni. L'attacco alla base ucraina a pochi passi dalla Polonia ha scosso e non poco il morale alle truppe e alla popolazione. Nessuno pensava che i raid russi potessero arrivare fino a qui. Leopoli e l'intera Ucraina occidentale vengono ritenute al riparo dalla guerra.
Oggi in zona non sono stati segnalati nuovi bombardamenti, tuttavia quanto accaduto domenica mattina ha lasciato il segno. E non solo per le devastazioni materiali. Yavoriv era il centro di addestramento per i combattenti stranieri intenzionati ad aiutare Kiev nella guerra contro le truppe russe.
Lo ha lasciato intendere poche ore dopo l'attacco il ministro della Difesa Oleksii Reznikov. “Questo è un nuovo attacco terroristico sulla pace e la sicurezza vicina al confine con Ue e Nato – ha dichiarato alla stampa – Lì lavorano anche istruttori stranieri”. Ma lo si sapeva anche da prima. Pochi mesi fa a Yavoriv sono state effettuate esercitazioni da parte della Nato con uomini dell'esercito ucraino.
Quando Washington e Londra hanno ordinato ai propri uomini di lasciare l'Ucraina a febbraio, è da questa base alle porte di Leopoli che i soldati hanno fatto le valigie per tornare a casa. E poi lo ha chiaramente dichiarato un portavoce del ministero della Difesa russo. “Abbiamo ucciso – si legge in una nota – 180 mercenari stranieri. Daremo la caccia a tutti i mercenari presenti in Ucraina”.
Il drammatico balletto sulle cifre è uno dei punti di disaccordo tra la ricostruzione ucraina e quella russa. Per Kiev i morti sarebbero 35 e “forse ci sono anche stranieri”, senza che però le autorità rivelassero altri dettagli. Mosca invece ha parlato di 180 vittime. Difficile capire la verità, ma è un fatto che comunque a essere stati colpiti sono reparti di combattenti stranieri arrivati in Ucraina.
Il risultato di un attacco missilistico al campo di addestramento di Yavoriv a ovest di #Lviv (Leopoli), una struttura chiave della UkrAF dove l'addestramento è stato condotto sotto la guida di istruttori occidentali. #Russia #Ukraine #RussiaUkraineWar pic.twitter.com/eci2LD3OW4
— Paolo Mauri (@PaoloMauri78) March 13, 2022
Una conferma è arrivata anche dai Paesi Bassi. Il gruppo di olandesi partiti alla volta dei teatri bellici ucraini è molto folto. A capitanarlo è Gert Snitselaar, il quale nei giorni scorsi ha concesso un'intervista al quotidiano De Telegraaf e ha parlato di Yavoriv come base principale per gli olandesi e per gli altri stranieri.
Tra questi figurerebbero soprattutto statunitensi, britannici e australiani. Poi in tanti nelle ultime settimane sono arrivati anche dall'Europa. Nel gruppo olandese, come riportato dal Corriere della Sera, c'è anche Joyce Koster, veterana della guerra nel Kosovo. A marzo ai media del suo Paese ha dichiarato di aver preso la decisione nonostante dovesse lasciare da soli i suoi tre figli. “Sono arrabbiati e tristi – aveva detto proprio riferendosi a loro – ma capiranno il motivo del mio gesto”.
Al De Telegraaf la combattente olandese si era fatta sentire sabato pomeriggio, poche ore prima dell'attacco a Yavoriv. Lei, assieme a un gruppo di sedici connazionali, si era mossa proprio da quella base e si troverebbe adesso a Kiev o nell'Ucraina orientale. Forse si è salvata dalle bombe di domenica, mentre altri invece potrebbero essere stati colpiti.
L'Ucraina di certo ha
perso un importante hub per volontari stranieri e per lo stoccaggio di armi affluite dall'Europa. Il colpo di Mosca non è stato quindi casuale. Il Cremlino ha voluto colpire uno dei centri nevralgici per la difesa di Kiev.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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