La Cina ha lanciato un missile a lungo raggio equipaggiato con dieci testate a rientro multiplo indipendente. E’ quanto confermano dal Pentagono. Il missile DF-5C è stato lanciato, probabilmente il 15 gennaio scorso, dal Taiyuan Space Launch Center nella Cina centrale. Le testate hanno colpito il poligono nel deserto occidentale cinese di Taklamakan. Il test rappresenta un cambiamento nella politica nucleare strategica di Pechino e conferma i progressi nella tecnologia spaziale ed il rapido progresso del sistema missilistico deterrente cinese. Il test è stato monitorato dalle agenzie di intelligence degli Stati Uniti. Il DF-5C differisce dal DF-5B per la maggiore capacità di carico. La versione B, svelata nel settembre del 2015, dovrebbe trasportare da sei ad otto testate Mirv.
Nella relazione militare annuale del 2015, a cura del Dipartimento della Difesa USA sull’apparato militare cinese, il missile balistico intercontinentale a due stadi a propellente liquido Dong Feng 5 (CSS-4), era ritenuto in grado di colpire ogni parte degli Stati Uniti, eccetto la Florida.
“Il CSS-4 è uno dei missili più potenti dell’arsenale cinese in servizio, con una gittata stimata di 12000 km. Il missile possiede capacità nucleare ed è schierato in silos segreti nella campagna cinese. Pechino avrebbe tra i 50 ed i 60 missili CSS-4 pronti al lancio”.
La capacità di trasportare e rilasciare dieci testate a rientro multiplo indipendente è significativa. Secondo il Dipartimento della Difesa, la Cina dovrebbe disporre di 250 testate nucleari, ma la produzione sarebbe in aumento. Lo scorso anno, le agenzie di intelligence statunitensi confermavano l’implementazione di diverse configurazioni nucleari sui missili DF-5. Il Pentagono stima la forza ICBM cinese in 75/100 missili in diverse configurazioni.
Il generale John Hyten, comandante dello Strategic Command, lo scorso settembre in un’audizione alla Commissione delle Forze Armate del Senato, ha confermato i timori per il crescente arsenale nucleare della Cina.
“Sono pienamente consapevole del fatto che la Cina stia continuando a modernizzare la sua forza nucleare e si stia impegnando per la piena capacità di rappresaglia completamente assicurata. Anche se continua a professare una dottrina No First Use, la Cina ha equipaggiato i suoi missili a lungo raggio con testate multiple indipendenti e continua testare la l’. Questi sviluppi e la mancanza di trasparenza sulle questioni nucleari, possono destabilizzare il contesto regionale e strategico e sono motivo di costante vigilanza e preoccupazione”.
La tecnologia MRV
La tecnologia Multiple reentry vehicle, Mrv, si basa sulla capacità di conferire ai missili balistici un maggiore letalità, pur mantenendone invariato il numero. Le testate Mrv conferiscono al missile la capacità di colpire con diversi vettori un singolo bersaglio. Il concetto si è poi evoluto nelle testate Mirv o Multiple independently targetable reentry vehicle. Le testate Mirv, a differenza delle Mrv, colpiscono diversi bersagli invece di massimizzare la loro efficacia su un solo obiettivo. Le testate Marv o Maneuverable reentry vehicle, infine, rappresentano l’ultima evoluzione delle Mirv. Le Marv sono ritenute in grado modificare il proprio percorso in volo con brusche manovre così da ingannare i sistemi anti-balistici.
“Attaccare gli Stati Uniti”
Lo scorso anno, sulla rivista mensile Naval & Merchant Ships, molto letta in Cina, venne pubblicato un insolito articolo dal titolo “Attaccare gli Stati Uniti con testate multiple indipendenti: gli effetti dei missili balistici intercontinentali”. Si trattava di un’ipotetica strategia di attacco nucleare contro gli USA. Gli obiettivi di un ipotetico attacco preventivo, secondo la tesi dell’autore, sarebbero le più grandi città della costa orientale ed occidentale, così come quelle nel Midwest. Secondo alcuni grafici, il First Strike produrrebbe 50 milioni di vittime.
“Il punto di mira ottimale sarebbe un colpo su New York City. L’onda d'urto cancellerebbe Manhattan”.
Un dettaglio, però, merita particolare attenzione. L’autore per colpire gli USA prevede l’impiego di sistemi di prima generazione, i DF-5, ritenuti obsoleti dall’Occidente. Probabilmente, il testo è stato scritto per gettare nuovamente nel panico gli analisi del Pentagono.
La classe Dong Feng, Vento dell’Est, è formata da una serie di vettori balistici intercontinentali a medio e lungo raggio in servizio con la Forza Strategica Missilistica cinese. Lo sviluppo dei nuovi missili balistici cinesi di terza generazione risale al 2014. Lo scorso anno, i cinesi annunciavano una configurazione di dieci testate Mirv da 250 chilotoni a quattordicimila chilometri di distanza per il DF-41. Soltanto nel quarto test è stata testata la capacità di rientro multiplo indipendente. Il DF-41 è un missile a tre stadi a combustibile solido da 80 tonnellate circa, a guida inerziale. Secondo le specifiche, potrebbe colpire il territorio americano, sorvolando il Polo Nord in traiettoria circumpolare, in trenta minuti dal lancio. E’ quasi certamente un sistema d’arma ipersonico, con velocità stimata superiore a Mach 5.
Hypersonic Glide Vehicle
Lo scorso aprile, la Cina ha eseguito con successo, il settimo test sull'Hypersonic Glide Vehicle, soprannominato dal Pentagono DF-ZF (WU-14). Il nuovo velivolo dovrebbe essere in grado di viaggiare fino ad otto volte la velocità del suono e schivare tranquillamente l’attuale sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti. Potrebbe colpire ogni parte del pianeta entro un’ora. Il WU-14 è in grado di trasportare testate nucleari ad una velocità superiore a Mach 10 (12,359 chilometri all'ora) ed è immune alle attuali contromisure anti-balistiche per le testate a rientro convenzionale.
Un velivolo ipersonico come l’HGV potrebbe rientrare nell'atmosfera planando ad altissima velocità ed avvicinandosi all’obiettivo con una traiettoria relativamente piatta, diminuendo così il tempo di identificazione dai sistemi nemici.
Il DF-ZF può essere trasportato a quota di lancio da vari missili balistici cinesi, come il DF-21 (a medio raggio) e dai DF-31 e DF-41 (intercontinentali), estendendo di 12 mila km la gittata dei vettori. Il programma delle armi ipersoniche cinesi è considerata una priorità. Una volta messo in servizio, potrebbe consentire alla Cina di condurre attacchi cinetici in qualsiasi parte del mondo.
La Cina prevede di implementare il suo nuovo velivolo di planata ad alta velocità entro il 2020. Il programma ipersonico cinese prevede il primo velivolo scramjet entro il 2025. Non esiste difesa contro un attacco combinato formato da missili tradizionali balistici ed ipersonici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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