Le autorità cinesi hanno in questi giorni presentato una app “scova debitori”. La realizzazione del programma era stata commissionata alcuni mesi fa a un gruppo di ricercatori dell’università di Hebei, nel Nord del Paese, direttamente dalle agenzie investigative nazionali.
La nuova app per cellulari andrà a integrare il servizio di messaggistica WeChat e consiste in un vero e proprio “radar”. Essa consente infatti agli utenti di scansionare l’ambiente circostante al fine di rintracciare, nel raggio di 500 metri, tutte le persone “in stato di insolvenza”. Coloro che utilizzeranno il programma potranno quindi esaminare in ogni dettaglio la situazione debitoria dei soggetti individuati dal “radar” e potranno quindi denunciare alla polizia gli “scrocconi”.
Durante la presentazione della app, i funzionari del ministero della Scienza e della Tecnologia hanno infatti esortato gli utenti di quest’ultima a riferire alle forze dell’ordine i nomi delle persone ritenute colpevoli di non volere saldare i rispettivi debiti nonostante abbiano risorse sufficienti per onorarli. Di conseguenza, il software in questione è stato presentato dalle autorità come uno strumento diretto a “contrastare il malcostume di alcuni cittadini” e a indurre sempre più persone in stato di insolvenza ad “avere maggiore rispetto” verso i propri creditori.
Il fatto che il nuovo programma consenta ai singoli di sapere quali e quanti debitori vi sono nelle vicinanze è stato indicato dalla stampa locale come un “importante deterrente” nei confronti di chi non provvede a colmare tempestivamente, pur avendo le risorse sufficienti a farlo, le proprie passività finanziarie. Ad esempio, il quotidiano China Daily ha definito la nuova app come uno “strumento decisivo” per fare emergere dalla clandestinità i “debitori perditempo”.
Nel gigante asiatico, l’abitudine di obbligarsi sul piano finanziario verso terzi è oggetto di una significativa “disapprovazione sociale”.
Secondo Mark Elvin, sinologo britannico intervistato da The Independent circa il lancio della app in questione, i Cinesi riterrebbero “più onorevole vivere in miseria” piuttosto che domandare in prestito il denaro altrui. Dietro ogni richiesta di soldi, a detta dell’esperto, i cittadini della nazione orientale vedrebbero infatti l’“aspirazione a vivere al di sopra delle proprie possibilità”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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