Guai giudiziari per la famiglia reale britannica, a causa della condanna inflitta in tribunale al cugino della regina Elisabetta II. Sulla Casa reale si è infatti ultimamente abbattuta la notizia della condanna per molestie sessuali inflitta al 34enne Simon Bowes-Lyon, 19esimo conte di Strathmore e Kinghorne nonché appunto cugino della sovrana per via materna, in quanto nipote della defunta Elizabeth Bowes-Lyon, madre della regina in carica. Il parente in questione della sovrana non è nuovo ai guai con la giustizia, essendosi in passato reso protagonista di diverse violazioni di legge.
Nel dettaglio, una sheriff court di Dundee, in Scozia, ha condannato ieri il cugino della regina a 10 mesi di carcere, per il reato di aggressione sessuale. Il fatto attribuito al membro della famiglia reale risalirebbe a febbraio di anno fa, quando Bowes-Lyon si sarebbe introdotto di sera ubriaco nella stanza occupata allora da un’ospite del castello di Glamis, sua residenza personale nonché luogo dell’infanzia della madre di Elisabetta II, e ubicato ad Angus, nell’est della Scozia. Il conte, una volta entrato di nascosto in quella camera in preda ai fumi dell’alcol, sarebbe quindi “saltato addosso” alla donna, afferrandole il seno e le parti intime, per poi spingerla contro un muro e cercando di toglierle la vestaglia. L’aggressione dell’imputato ai danni dell’ospite sarebbe stata però respinta alla fine da quest’ultima, dopo circa venti minuti di insistenze da parte del nobile.
Il cugino della sovrana, nel corso del processo a suo carico, si è dichiarato colpevole delle accuse formulate contro di lui, ottenendo di conseguenza il diritto a uno sconto di pena. Alla luce del fatto che l’imputato aveva subito chiesto scusa all’ospite del suo castello non appena tornato in sé e che, appunto, aveva ammesso le proprie colpe in tribunale, il magistrato scozzese ha dunque riconosciuto le attenuanti generiche a Bowes-Lyon. Tuttavia, lo stesso giudice ha puntualizzato, al termine del processo, che qualsiasi pena non detentiva sarebbe stata troppo lieve di fronte alla gravità del reato e ha così comminato all’aristocratico 10 mesi di prigione. Un’eventuale condanna dell’imputato agli arresti domiciliari, da scontare nel suo castello di Glamis, non sarebbe stata infatti, ad avviso della Corte, adeguata rispetto al reato consumato dal primo ai danni di quella donna.
Relativamente ai problemi con la giustizia avuti in passato dal conte, questi è stato, ad esempio, protagonista di episodi di guida spericolata in sella a moto, che gli
sono costati numerosi ritiri della patente. L’ultima grana giudiziaria a suo carico era esplosa nel giugno dello scorso anno, in quanto accusato di avere violato le restrizioni anti-Covid in materia di viaggi e spostamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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