Condannato patrigno che uccise bimbo di 2 anni perché si era "fatto pipì sotto"

Dopo avere condannato l'assassino, i giudici hanno accordato uno sconto di pena alla madre della vittima, rimasta inerte davanti al pestaggio del bimbo

Condannato patrigno che uccise bimbo di 2 anni perché si era "fatto pipì sotto"
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Un tribunale del West Virginia, negli Usa, ha condannato giovedì il 47enne John Powers per l'omicidio del figlio della sua fidanzata, il piccolo Joseph ‘JoJo’ Gaborsky III, di appena 2 anni. Alla base dell'assassinio, avvenuto nell'agosto del 2018 nello Stato citato, nella cittadina di Princeton, vi sarebbe stato un futile motivo: il bimbo si era semplicemente "fatto pipì sotto" bagnandosi il pigiama. Tale inconveniente aveva appunto scatenato allora la furia dell'uomo, che aveva quindi preso a bersagliare di colpi JoJo, davanti agli occhi della madre di quest'ultimo, la 32enne Candice Jones. La convivente dell'assassino, hanno concluso ultimamente i magistrati, avrebbe passivamente assistito all'assassinio del figlio, senza muovere un dito.

Secondo il verdetto emesso giovedì dal Mercer County Grand Jury, il fatto che il piccolo non fosse riuscito in tempo a fare pipì nel vasino, bagnandosi di conseguenza i vestiti, avrebbe indotto inizialmente Powers, già incarcerato nel 1995 per avere malmenato il figlio della sua fidanzata di allora, a inveire contro JoJo, chiamandolo "ritardato". In seguito, il 47enne, in preda alla rabbia, avrebbe preso a cinghiate il bimbo, per poi scaraventarlo con la faccia sul pavimento e lanciarlo nella vasca da bagno. Il supplizio inflitto dal patrigno al piccolo sarebbe durato dai 3 ai 5 minuti.

In seguito al pestaggio, JoJo sarebbe rimasto in condizioni di salute critiche a casa, senza vedere un medico, per ben due settimane, salvo alla fine venire ricoverato d'urgenza quando era ormai troppo tardi. Due giorni dopo l'arrivo in ospedale, il malcapitato sarebbe appunto deceduto. Sul suo corpo c'erano diversi segni di violenza: graffi, lividi e un'ustione di terzo grado, dovuta al fatto che il patrigno lo aveva colpito al braccio con una vaschetta calda per il cibo già pronto, e, in aggiunta, presentava svariate fratture e una grave emorragia cerebrale.

Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno cercato di fare luce, oltre che sulla condotta di Powers, su quella della Jones. In particolare, gli inquirenti, dopo avere raccolto prove a sufficienza della colpevolezza dell'assassino, hanno finora tentato di fare luce sulla ragione per cui la madre di JoJo non avrebbe affatto impedito il pestaggio ai danni del minore né avrebbe, dopo l'aggressione subita dal piccolo, chiamato immediatamente un'ambulanza.

Secondo le indiscrezioni filtrate dal palazzo di giustizia del posto, l'indagata avrebbe ammesso ai magistrati la propria colpa di non avere mosso un dito per salvare JoJo, provando contestualmente a giustificarsi dicendo di non essere intervenuta perché minacciata di morte dal convivente 47enne.

In virtù del fatto che la Jones ha ammesso di essere responsabile di omissione di soccorso, la Corte le ha di conseguenza riconosciuto in questi giorni il beneficio della mitigazione della sua condanna finale. Grazie alla propria ammissione di colpa, la 32enne, per effetto del patteggiamento, rischierà una pena tra i 3 e i 15 anni di galera.

I primi a contestare lo sconto di pena, che sarà a breve determinato dal tribunale, di cui beneficierà la donna sono stati i familiari della stessa, con il padre di lei, David Hart, che ha invocato una punizione più dura per Candice: "Non ne siamo contenti. Non credo che Candice si renda veramente conto della gravità di quello che è successo. Voglio dire, abbiamo perso un nipote, e ancora oggi non ha mostrato alcun rimorso quando le parliamo o qualsiasi altra cosa su quello che è successo.

E non credo che la sentenza sia giusta. Penso che abbia bisogno di più tempo per capire…”.

Parlando del fidanzato della figlia, Hart ha infine tuonato: "Non siamo contenti di nessuno dei due. Se lo lasciassero a me, ci penserei io…".

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