Congresso dà il via libera ai dati per l'Fbi. Allarme privacy negli Usa

Con un'iniziativa bipartisan il Congresso americano ha varato il "Cloud Act", una legge che disciplina l'accesso ai dati personali custoditi dai giganti del web. protestano le associazioni come Amnesty International e Human Rights Watch

Congresso dà il via libera ai dati per l'Fbi. Allarme privacy negli Usa

Tutelare la sicurezza dei cittadini e garantire la loro privacy: sono due obiettivi che, da qualche anno, paiono in netto contrasto. Il tema è più che mai attuale, visti gli ultimi episodi di cronaca relativi allo scandalo di Cambridge Analytica e Facebook. E prima ancora le clamorose rivelazioni su telefoni e pc "spiati", tirate fuori da Wikileaks. Negli Stati Uniti il Congresso ha approvato un provvedimento molto importante, il "Cloud act" (Clarifying lawful overseas use of data), con cui il legislatore intende porre alcuni paletti disciplinando l'acquisizione dei dati personali che sono custoditi dai giganti della rete.

La legge, bipartisan, intende porre rimedio ad uno dei problemi più delicati degli ultimi anni: fino a che punto può spingersi lo Stato, attraverso i propri organi di polizia e intelligence, per tutelare la scurezza, passando sopra al diritto alla riservatezza dei cittadini? Come scrive il Corriere della sera il caso esplose nel 2013 quando Microsoft rifiutò di consegnare agli inquirenti le chiavi di accesso alla mail di un utente, custodita in un server irlandese. L'azienda fondata da Bill Gates fu accusata di intralcio alle indagini. Lo scontro è arrivato fino alla Corte suprema, che si pronuncerà entro l'anno.

Ora, dopo anni di tira e molla, potremmo essere arrivati a un punto di svolta, con una norma (manca solo la firma di Trump) che cerca di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze della sicurezza (e della giustizia) e i diritti delle persone. Se da un lato verrà velocizzato lo scambio di informazioni tra il Dipartimento di Giustizia americano e le autorità degli altri Paesi, per garantire accertamenti più veloci nei casi di indagini su criminali che agiscono a livello internazionale, dall'altro le società potranno rivolgersi ai tribunali americane nel caso in cui le richieste loro rivolte siano in contrasto con le leggi vigenti in un altro Stato.

Un compromesso che però non piace ad alcune associazioni, come Amnesty International e Human Rights Watch.

Il timore, subito denunciato, è che il "Cloud Act" possa permettere alle autorità di aggirare il Quarto emendamento della Costituzione, quello che tutela la privacy di ogni cittadino. E si teme anche che possano essere violate le garanzie previste in altri Paesi.

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