Reggerà l’amministrazione Trump? Ecco la domanda che in questi ultimi giorni sta facendo letteralmente impazzire i bookmaker di tutto il mondo. Manca infatti un mese esatto alle prossime elezioni americane di medio termine, che raccoglierà il livello di soddisfazione dei cittadini statunitensi sul lavoro svolto dal governo guidato dal presidente Donald Trump.
Dopo due anni dalla conquista elettorale della Casa Bianca, l’uomo più potente, e anche il più contestato, al mondo riceverà il feedback sul suo esecutivo con il voto che gli americani esprimeranno il prossimo 6 novembre. Infatti, le votazioni di metà mandato negli Stati Uniti eleggeranno i 435 membri della Camera dei rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato, rami istituzionali con potere legislativo che assieme formano il Congresso americano.
Il voto degli americani sul Congresso non farà traballare la presidenza Trump ma sarà un chiaro indicatore della direzione politica ed economica del paese, soprattutto nei confronti delle preferenze elettorali per le presidenziali del 2020. “Non sono al ballottaggio”, ha dichiarato The Donald durante una tappa della campagna elettorale repubblicana nello stato del Mississippi. “Ma sono al voto (in un certo senso) perché è anche un referendum su di me” … sono infatti “le più importanti elezioni parlamentari in corso della nostra vita”.
Il vero scontro dunque è tra repubblicani e democratici. Quest’ultimi dovranno cercare di ottenere più consensi possibili, in modo tale da aggiudicarsi 23 seggi per impossessarsi della Camera dei rappresentanti, mentre al Senato ai democratici servirebbero 2 seggi per avere la maggioranza. Ad oggi, infatti, il partito repubblicano detiene la maggioranza dei seggi nel Congresso, con 240 seggi alla Camera dei rappresentanti e 52 al Senato. La soglia della maggioranza per qualsiasi formazione politica è stabilita a quota 218 seggi per la Camera e 51 per il Senato.
Le previsioni dei sondaggi danno per favoriti i repubblicani, sottolineando come l’opinione pubblica sia contenta del lavoro svolto dall’amministrazione in carica, grazie anche gli ultimi risultati ottenuti sul fronte dell’immigrazione (con una forte riduzione dei clandestini dalla data del suo insediamento), dell’economia nazionale (+4.2% del Pil nel secondo trimestre del 2018) e della forte diminuzione della disoccupazione (dal 4.9% registrato a ottobre 2016 a 3.7% a ottobre 2018).
Nonostante ciò, la battaglia politica continua. Molti giornali politicizzati riportano ad esempio la caduta del consenso di Trump nei sondaggi a favore dei democratici.
Tra gli avversari politici più agguerriti contro Trump c’è senza alcun dubbio Michael Bloomberg, pronto a diventare il nuovo presidente a stelle e strisce fra 2 anni con il sostegno del partito democratico, che tramite i suoi canali d’informazione continua a discreditare la figura di The Donald e la disfatta dei repubblicani alle elezioni di metà mandato per il Congresso.
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